Tenere alta la vigilanza dei cittadini sulle
scelte regionali in materia sanitaria locale. Lo scopo dell’Alcli sembra
andare nella giusta direzione, visto l’alto numero di partecipanti al
secondo incontro di mercoledì scorso, 27 Agosto. Condivide la scelta
anche il sindaco di Magliano, Alfredo Graziani, protagonista di una
battaglia in difesa dell’ospedale Marini al tempo di Polverini e
Gianani. Anche Magliano, come oggi Amatrice, usò l’arma del referendum
per lasciare la Regione Lazio, oltre che tentare un ricorso al Tar
finito male. Oggi la posizione dei due sindaci, Pirozzi e Graziani,
sembrano piuttosto diverse, ma non lo sono. L’obiettivo è lo stesso,
garantire servizi ai propri territori.
Buongiorno
sindaco. Arrivare a Magliano da Rieti è davvero un viaggio lungo e
faticoso. Aiuta a capire cosa vuol dire invocare deroghe al criterio
democratico della Bozza Lorenzin in ragione della particolare orografia
della nostra provincia. Ma parliamo della sanità maglianese e delle
ragioni per cui lei ha deciso di sostenere la sinistra nell’ultima
campagna regionale. Lei non è un sindaco di destra?
Mi
fa piacere la sua domanda perché mi dà l’opportunità di chiarire che la
mia è una candidatura di una lista civica vera che condivide progetti e
obiettivi, a favore del territorio, prescindendo da aree politiche di
appartenenza. Capisco che non giova alla gara tra Guelfi e Ghibellini.
Ma così è.
Per questo in passato avete sostenuto Polverini e poi Zingaretti?
Noi,
ripeto, come lista civica sosteniamo chi ci assicura di fare gli
interessi del territorio. Nel corso della campagna elettorale regionale
abbiamo deciso di appoggiare incondizionatamente Fabio Refrigeri perché
ci è sembrata la persona adatta. Prendendoci non poche critiche.
Ancora pensa che l’assessore Refrigeri sia la persona adatta? Molti oggi ne parlano in modo critico.
La
legislatura dura cinque anni. Io prima di giudicare aspetterei il
momento in cui si possono tirare le somme e dire se è stato un bravo
amministratore o no. Le difficoltà della Regione sono enormi. Da quanto
mi risulta la Regione ha 22 miliardi di euro di debito. Quello della
Grecia. Che possiamo pretendere? È chiaro che ci dovrà essere un periodo
di transizione per uscire, con i provvedimenti che stanno mettendo in
opera, da una situazione difficilissima. Bisognerà lasciare il tempo
necessario. Amministrare una Regione come il Lazio è difficilissimo. È
difficile per comuni come il mio, figuriamoci una regione con Roma.
Capisco le difficoltà. Le richieste sono enormi e dal Governo centrale
arrivano continue sollecitazioni. E l’assessore Refrigeri ha quattro o
cinque deleghe…
Capisco e
mi sembra che il suo approccio sia molto ragionevole. Ma a che punto è
la sanità a Magliano? Cosa è successo dopo la decisione del direttore
generale Gianani di chiudere il Marini?
Gianani ha applicato il decreto 80. Lo ha fatto in modo molto solerte. È stato un esecutore…
Ligio?
Direi
di sì. Forse l’unico in tutto il Lazio. Forse perché aveva dei
progetti... quella dei cinesi... Prima partiva la chiusura e prima
avrebbe potuto realizzare il suo progetto.
Secondo
lei non avrebbe potuto aiutare l’economia maglianese? L’ex assessore
Antonio Cicchetti era convinto che sarebbe stata una grande occasione
per voi. Io stessa non l’ho vista come proposta così peregrina.
No, no, no… Mi è stato detto che era stata trovata una soluzione su Roma. Non mi sembra sia successo niente.
Diciamo che era una proposta pittoresca, allora
Dove
c’erano interessi privati consistenti fatti con le strutture pubbliche.
Se l’imprenditore vuole rischiare ben venga, ma se lo fai usando soldi
pubblici non va
Certo. Ma cosa è rimasto del vecchio ospedale di Magliano?
Nella
vecchia struttura abbiamo un CeCad ( Centro Assistenziale
Distrettuale), cioè un punto diurno di primo intervento per il servizio
ambulatoriale per casi meno gravi dove operano medici di base. Certo,
non è un Pronto Soccorso, ma, comunque, dà una risposta al territorio
anche in casi d’emergenza, con i codici rossi. Questo grazie alla
professionalità acquisita dai medici che fanno più di quanto dovrebbero.
Sono state salvate anche delle vite. Ciò non toglie che chi ha problemi
gravi ha bisogno di un Pronto Soccorso vero.
Si rimprovera all’informazione di dire solo cose negative. Mi fa piacere scrivere che a Magliano la sanità fa cose buone
Guardi
che da noi funziona benissimo anche il centro di dialisi. Abbiamo una
discreta mobilità attiva dall’Umbria. E molto bene funziona anche
radiologia. Mi è stato assicurato che riapriranno le prenotazioni fuori
Asl, chiuse, sembra, per abbattere le liste di attesa. Speriamo.
Quindi non va così male…
Mica
ho finito! Abbiamo anche 15 posti di degenza infermieristica per malati
cronici da tenere sotto osservazione o che abbisognano di cure
infermieristiche, un laboratorio analisi dove si fanno prelievi,
l’attività ambulatoriale. Ora mi hanno assicurato che tornerà un
chirurgo per un’attività di Day Surgery. E per finire, abbiamo un’ottima
attività di oculistica portata avanti dal dottor Gatti che fa
funzionare ancora le sale operatorie.
Ora si parla di Casa della Salute. Cosa cambierà?
Cambia
che la Casa della Salute coniuga l’offerta sanitaria e quella sociale.
Noi, considerando la situazione, speriamo di avere una Casa della
Salute migliore possibile, ovvero con i moduli aggiuntivi formati dai
servizi sanitari che abbiamo più il trasferimento nella struttura della
casa di riposo comunale e 20 posti di RSA. Abbiamo avuto assicurazioni
verbali che li avremo. Questo aiuterebbe le casse comunali, gli utenti e
i posti di lavoro.
Dopo
aver ascoltato cose non del tutto negative mi sorge una domanda: tutte
le drammatiche azioni di Magliano contro un riordino necessario non solo
alle ragioni economiche e di risparmio, ma di ammodernamento
dell’offerta sanitaria, erano giustificate?
Sono
state sacrosante. Noi comprendevamo le difficoltà che aveva il
Commissario nei rapporti col Governo e non chiedevamo che non si
chiudesse l’ospedale.
Cosa chiedevate?
Noi
chiedevamo solo di salvaguardare l’emergenza e l’urgenza d’intervento
nel nostro territorio. Noi avevamo 5 unità operative complesse con tutti
i primari. Noi non volevamo tenere le strutture complesse, i primari,
la chirurgia che funzionava poco e niente. Noi volevamo solo che ci
lasciassero una unità semplice dipendente da Rieti con 20 posti di
medicina per i nostri anziani. È quello che stiamo cercando di fare con
l’ospedale di Civita Castellana, per assicurare l’emergenza che non
abbiamo più. In caso di ictus o trombosi oggi non si può assicurare al
malato la salvezza, vista la distanza da Rieti. Speriamo di poter
realizzare l’interazione positiva tra noi e Civita Castellana.
Aiuterebbe noi e loro in termini di riduzione di mobilità passiva verso
l’Umbria e si potrebbero valorizzare e potenziare le reciproche risorse.
Per concludere, che consiglio darebbe al sindaco Pirozzi?
Solidarizzo
col sindaco di Amatrice che si sta muovendo benissimo e aggiungo che
se loro fanno ricorso al Tar lo vincono come lo ha vinto Bracciano. A
differenza di Magliano, il pronto soccorso dista da Amatrice più di
un’ora. Quello è assicurare la salute agli abitanti?
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