Per chi non avesse avuto modo di leggere i giornali di oggi, riportiamo gli articoli del "Corriere di Rieti" e de "Il messaggero"
Il Corriere di Rieti
Magliano: Ora il Consiglio dovrà decidere sulla "privatizzazione"
Cimitero, si della commissione
La platea inferocita: "pronti a bloccare i lavori"
di PAOLO DI BASILIO
MAGLIANO SABINA – La maggioranza tira dritto come nulla fosse sulla “privatizzazione” del cimitero e il “fronte del No” già prepara i picchetti per impedire alle rupe di iniziare a lavorare. La commissione “Politiche per il territorio” ha approvato a maggioranza - favorevoli il presidente Arturo Picciolini e l’ex segretario dei Ds, oggi nel Pd, Claudio Rosi, contrario Antonello Ruggeri (Magliano Insieme) – la bozza di convenzione per la realizzazione dell’ampliamento per circa 2000 posti del cimitero del capoluogo tramite il project financing (il privato paga e poi gestisce grosso modo il tutto). Una riunione a dir poco burrascosa, che si è svolta sotto la “pressione” di una platea gremita e largamente contraria al progetto. Che le regole sarebbero saltate, lo si è capito subito. Ed infatti alla fine il tutto si è trasform ato in una specie di assemblea in cui i cittadini chiedevano conto al sindaco Angelo Lini (presente insieme all’assessore Antonio Aguzzi) ha dovuto giustificare alle persone inferocito il perché della scelta. La seduta si era aperta con un’introduzione del presidente Arturo Picciolini che ha provato a smorzare i toni cercando di convicere il pubblico a dir poco scettico: “Questo ampliamento è necessario perché un’amministrazione ha il dovere di fare delle scelte per non creare emergenze. Siamo a corto di posti al cimitero, c’è una lista d’attesa di 200 persone e non abbiamo i soldi per realizzare da soli l’opera”. Il microfono passa a Claudio Rosi. In molti aspettano il suo intervento. Ma nessuna sorpresa. “Non vedo tutto questo scandalo in quest’opera, i prezzi dei loculi sono più o meno gli stessi che praticava il Comune e si fa qualcosa di buono per Magliano”. Non c’era assi st migliore per Antonello Ruggeri, che è in palla, e si vede. Il consigliere tira fuori i prezzi della vicina Collevecchio che ha realizzati i loculi in proprio recentemente: “Costano massimo 1200 euro, perché a Magliano si pagano dai 300 ai 2000 euro in più?”. E quando Picciolini prova ribattere che il progetto è stato ha ottenuto la garanzia dell’Unicredit, l’esponente della minoranza strappa l’ovazione alla platea: “Ci credo, cosa c’è di più garantito della morte!”. Il pubblico inizia a rumoreggiare durante l’intervento di Rosi per poi scoppiare quando il presidente, dopo che Ruggeri ha dichiarato di essere indisponibile a votare il project financing, chiude il verbale. “Cosa avete cambiato ce lo dovete dire!”, grida un cittadino. “State decidendo sui nostri soldi!”, un altro. Poi ancora una signora: “Chi me li da i soldi per la tomba”. Il sindac o annuncia l’ultima modifica. Quella che obbligherebbe il concessionario ad avere sempre disponibili i loculi sociali. Ma alla platea – almeno a quella di giovedì sera – non è bastato. Ora la palla dovrebbe passare – entro un mese, 40 giorni massimo – al Consiglio per l’approvazione definitiva. Ma prima ci sarà un’assemblea pubblica in cui l’amministrazione tenterà di far digerire la pillola.
Il Messaggero
Cimitero, la convenzione passa tra i mugugni
Magliano. l'opposizione e i cittadini programmano picchetti davanti alle ruspe
Antonello Ruggeri Magliano Insieme: "Per morire pagheremo un canone come per le TV private"
Alla fine, tra lo sconcerto del pubblico, si è sentito il tonfo del faldone chiuso sopra al tavolo consiliare: con due voti a favore e uno contrario, la commissione "Politiche del Territorio", eccezionalmente svoltasi di fronte ai cittadini di Magliano, ha approvato a maggioranza la bozza di convenzione tra Comune e ditta Damiani per l'ampliamento del cimitero. Il "no" è di Antonello Ruggeri di Magliano Insieme, convinto che il «cimitero deve rimanere del Comune e non essere ceduto a privati e che l'Amministrazione dovrebbe farsi carico dell'opera». I "si" sono del presidente di commissione Arturo Picciolini e di Claudio Rosi (Pd). Il democratico scettico nei confronti della prima bozza, giovedì era invece certo che l'opera si dovesse fare e che la convenzione andasse bene, a parte qualche piccolo cambiamento da fare ancora». Così si aggiungerà in fretta qualche modifica dell'ultimo minuto (decisa nell'inaspettato conclave dei membri di maggioranza, che ha preceduto la commissione), poi, «si tornerà in piazza ad elencare le modifiche, quindi il documento sarà portato in Consiglio per l'approvazione». I cittadini, se vorranno, potranno avanzare qualche altra proposta, ma la modalità scelta per la realizzazione, che se vogliamo è quella maggiormente contestata, resterà il project financing, vale a dire senza oneri finanziari per la pubblica amministrazione e con 30 anni di cessione dell’opera al privato. Quaranta giorni, non di più, e il progetto del nuovo cimitero, 1954 loculi, prenderà definitivamente corpo. Cittadini permettendo. Tanti di loro, giovedì sera, hanno affollato la sala consiliare. Hanno alzato la voce ricordando «che tutti questi soldi per morire non ce l'abbiamo», hanno provato ad interagire, anche se non era permesso, con i commissari, incalzando anche il sindaco Angelo Lini e l'assessore delegato Antonio Aguzzi, presenti alla seduta. «La ditta non avrà nessuna esclusiva rispetto alla gestione dei servizi funerari, la fornitura dei loculi sarà al grezzo e - ha ribadito Lini - metteremo una clausola per far sì che i loculi sociali siano sempre disponibili». Ma questa modifica è saltata fuori mentre uno ad uno il consigliere Ruggeri ("in maniera populista, per fare ostruzionismo" ha gridato Lini) scardinava gli articoli della nuova bozza. E i prezzi? «Troppo alti - ha rilanciato tra gli applausi Ruggeri -, basta confrontarli con quelli di Collevecchio. Qui a Magliano, invece, per morire bisogna pagare il canone come su Sky, perchè l'unico a guadagnarci sarà il privato». I commissari di maggioranza, visibilmente provati, non ce la fanno più: spiazzano tutti, dichiarano conclusi i lavori e danno appuntamento in piazza. Alla fine, non è stata né una commissione di lavoro, né un'assemblea pubblica, piuttosto un confronto che ha lasciato tutti con l'amaro in bocca. Mentre dalla platea c'è chi promette i picchetti di protesta, e chi invoca il referendum.