martedì 30 dicembre 2008

...i munelli so' tutti uguali, i genitori cambiano...


Sul blog "Sabinamente" Andrea Ballanti e Niccolò hanno scritto due belle recensioni della Commedia portata in scena dal Gruppo Teatrale Magliano Sabina.
Ringraziandoli per la disponibilità, le riportiamo integralmente avvalendoci anche delle belle foto pubblicate sul blog "Melaverde 2007".

Come ogni anno , in concomitanza con le festività natalizie , la compagnia teatrale diretta da Alfredo Graziani ci ripropone una nuova commedia dal titolo "...I munelli sò tutti uguali...i genitori cambiano...". Come sempre l'affluenza e la critica del pubblico sono state il regalo di Natale piu' bello per il gruppo teatrale maglianese.
La sinergia tra l'abile penna di Alfredo Graziani e l'interpretazione di tutti gli attori della compagnia teatrale, hanno portato sul palcoscenico, una "delicata miscela di emozioni" che hanno trascinato il pubblico da irrefrenabili risate a momenti di forte commozione.
La commedia infatti tocca, con le sue svariate sfumature interpretative, diversi argomenti molto importanti come la famiglia , i figli , la difficoltà che la vita puo' portare a gestire alcune situazioni che , spesso ci pongono davanti a decisioni davvero difficili e non sempre giuste.
Un intenso cammino che non ha mai perso l'occasione di regalare spunti di riflessione anche sulla bellezza che si puo' creare da un dialogo instaurato da due diverse generazioni e sull'amicizia , un'amicizia solida e sincera nonostante il colore diverso della pelle.
Questo palcoscenico cosi', come per magia, si e' trasformato in una fotografia della generazione odierna ,che alla fine, spesso sà riconoscere i veri valori della vita e ne riesce ad assaporare i punti fondamentali ,primo tra tutti, quello della famiglia.

Andrea Ballanti.

E' con grande piacere che anche quest'anno mi accingo a esprimere qualche mia riflessione sull'opera teatrale "I munelli so' tutti uguali, i genitori cambiano", scritta da Alfredo Graziani e resa viva dal "Gruppo Teatrale Magliano Sabina".

La trama è tanto semplice quanto realistica: due giovani studenti universitari, Mirko e Agnese, sono fidanzati e vivono la propria relazione amorevolmente. Ad un tratto scoprono di aver concepito un figlio, e le prospettive che si aprono davanti a loro diventano subito completamente diverse ed estremamente più complesse: i progetti per il futuro, la spensieratezza giovanile, gli studi da terminare, i pensieri ed i giudizi dei genitori, tutto questo e molto altro potrebbe essere messo in gioco dalla prosecuzione della gravidanza. Mirko inizialmente prospetta l'ipotesi di abortire ma Agnese rifiuta categoricamente l'uccisione del figlio che porta in grembo. Per tale motivo cercano e scelgono un'altra soluzione: nascondere la gravidanza e dare il figlio ad una coppia che possa tenerlo e mantenerlo. Per fare ciò si incontrano con un losco romanaccio soprannominato "Er Cicogna" che assicura loro la riuscita del piano, ma dall'incontro traspare negli occhi dei due ragazzi una profonda incertezza sulla scelta che stanno per compiere. Difatti "er cicogna" sembra preoccuparsi più della pecunia che del resto. In ogni caso la coppia, seppur poco convinta della soluzione, si affida al romano.

A questo punto è necessario fare un piccolo passo indietro per descrivere la famiglia di Agnese. La madre è Giovanna, una casalinga maglianese sempre indaffarata nella cura della casa. Suo marito è Alberto, lavoratore fuori casa ma "ozioso sbracato sul divano" nelle mura domestiche. Entrambi hanno cresciuto con amore la propria figlia Agnese, che studia filosofia a Roma. Entrambi ritengono che la figlia non si sia ancora concessa al proprio ragazzo, e proprio su questa sbagliata presunzione si basa la storia. Difatti, come sappiamo, Agnese è incinta ma non vuole riferire ai suoi la verità, temendo chissà quale loro reazione. Per questo motivo sceglie di dare il proprio bambino ad altri genitori. Tutto sembra procedere secondo questo piano: Agnese, come da accordi, scende a Roma per partorire di nascosto e dare il proprio figlio ad un'altra coppia. Ma nella fretta di lasciar casa e di salutare i suoi, dimentica in salotto il proprio diario, sul quale scriveva tutta la sua vita. Ed è proprio attraverso questo diario che i genitori vengono a conoscenza dell'accaduto.

Bisogna precisare che i giorni in cui la ragazza partorisce sono quelli appena prima del Natale. E proprio nel momento del Natale, giorno in cui il mondo accoglie il Figlio, non può avvenire un rifiuto alla vita. Per questo i genitori, al corrente di tutto, decidono di intervenire nella vicenda e provvedono a recuperare il bambino. Bambino che, proprio sotto l'albero, nella notte di Natale, come un grande regalo, viene fatto trovare ad Agnese, madre del bambino. La scena finale si conclude con un dolcissimo Presepe, con al centro il bambino, la madre e il padre, e accanto si riuniscono tutti gli altri personaggi della storia.

Devo confessare di non essere riuscito a trattenere la commozione nel momento in cui Agnese "scarta il suo regalo" e scopre suo figlio. La scena toccante colpisce il cuore e ricorda ad ogni uomo il proprio compito di accogliere la vita, in ogni circostanza, qualsiasi siano le cose dette dalla gente, qualsiasi siano le condizioni della famiglia, qualsiasi siano i sacrifici da affrontare. L'unicità e l'incommensurabilità di una vita umana viene finalmente sottolineata e ribadita in barba alla società di oggi, che ci fornisce sempre una soluzione veloce, apparentemente indolore, ma che spesso non è mai la soluzione giusta, soprattutto per la nuova vita.

"I munelli so' tutti uguali, i genitori cambiano" dice il titolo della commedia, e su questo credo sia necessario soffermarci. E' proprio vero che i bambini sono tutti uguali: sono tutti innocenti, hanno tutti bisogno d'amore e di accoglienza. Ed è proprio vero che i genitori cambiano: non tutti, purtroppo, sono disposti ad accogliere ed amare la vita di un figlio che viene loro affidato. Ma lo sforzo che questa semplice famiglia maglianese compie permette anche a noi di sperare che la vita sia accolta aldilà della condizione sociale, del cursus honorum desiderato, della condizione economica o della immancabile vox populi. La bellezza di un bambino è così potente da scardinare anche i cuori più cupi. Se ognuno di noi vive è perchè nel giorno del natale di ciascuno non c'è stata negata l'accoglienza, non priva di sacrifici, compiuta dai nostri genitori.

Lo spirito del Natale ammanta come sempre queste commedie e queste commedie ammantano a loro volta lo spirito del Natale maglianese. Anche in questo caso non è mancato il richiamo alla nostra città, alla sua anima, ai nostri giardinetti, ai maglianesi di un tempo, ai maglianesi del futuro, di qui e del mondo. Non è mancata assolutamente la risata ma non è mancata neppure la commozione, lo spunto di riflessione. Un applauso meritatissimo spetta a tutti gli attori, capaci di crescere e migliorarsi con gli anni, che hanno saputo magistralmente raccontarci questa toccante novella. Un grazie speciale va ad Alfredo, che anche quest'anno ha saputo regalarci un'occasione di svago, ma soprattutto, per chi vuole, di riflessione.

Niccolò

Le foto di alcuni momenti della commedia















Altre foto le potete trovare sul blog Melaverde2007 (http://www.melaverde2007.blogspot.com/)
Invece i testi delle recensioni li trovate su Sabinamente
(http://www.sabinamente.blogspot.com/)

29 commenti:

Anonimo ha detto...

Definire recensione una personale riflessione mi sembra eccessivo, ed infatti anche questa è una mia personalissima "riflessione".
Grazie e ancora buon lavoro.

-"Montare" uno spettacolo con caratteristiche teatrali comporta notevole impegno da parte di tutti; dagli autori od autore, dagli scenografi, truccatori, addetti alle luci, al sipario, per finire con gli interpreti; ed in questo non si possono che ringraziare tutti i componenti del "gruppo teatrale di Magliano Sabina" complimentandosi con loro si, visto anche il periodo di pace e serenità dovuto alla contemporaneità delle festività, però attenzione, io nel mio sintetico commento su "aprile" ho accennato anche a delle "inocue sbavature"; ecco, chi ama il teatro dovrebbe tenere in considerazione tutto ciò che avviene in quel mondo, perché lasciarsi prendere dalle emozioni non è difficile, più complesso è capire le sfumature di una rappresentazione e del VERO messaggio che ci arriva, dove questo il più delle volte è falsificato, o camuffato appunto dalla presenza... delle emozionalità-.
carlo

Anonimo ha detto...

Io invece non riesco a capire cosa tu voglia dire. Mi sembra di percepire una vena polemica tesa a sminuire un gran bel lavoro che ha restituito emozioni forti e spunti di riflessione di notevole interesse.

Anonimo ha detto...

Ti rispondo io indirettamente con un commento che ho lasciato sul blog di c.g. Tutto sommato è tutto normale, tutto già scritto, tutto già collaudato.
Questo il mio commento in risposta ad un post che evito di consigliare di leggere. O forse invece sarebbe utile poichè leggendolo si può capire la doppiezza dell'individuo che, pur avendo provato delle forti emozioni, non vuole lasciarsi andare, non vuole che i sentimenti prendano il sopravvento sulla sua supposta razionalità. Tipico. Tipico dell'uomo e della sua cultura tutto sommato.

Finalmente. Era troppo tempo che non ti si sentiva cianciare. Nemmeno di fronte all'evidenza rinunci alla tua doppiezza. Falso ipocrita e indisponente come solo tu sai essere.
E ricordati una cosa: la cultura è cultura. Evita di perseverare su errori che vi hanno condotto allo sbaraglio politico e che tendevano a vedere il giusto e la verità solo da una parte. Questo tipico atteggiamento di una sinistra settaria e autocelebrativa si può commentare da solo. Ma per quelli come te ogni discorso è inutile: sono solo gli altri che non capiscono, sono solo gli altri ignoranti ed incolti. Guai a guardarsi allo specchio e scoprirsi così senza cuore, senza valori e senza alcuna sensibilità. Che pena...

Anonimo ha detto...

"Quando si riesce a sollecitare vari sentimenti nel corso della rappresentazione, indurre il pubblico ad emozioni quali il sorriso ed il pianto, anche le inocue sbavature si dimenticano.
Bravo Alfredo, Bravi tutti gli attori."
Questo il commento a caldo da me fatto, e lo confermo tutto, punto per punto.
Vogliamo discuterlo? vogliamo ad esempio evidenziare quali sono le inocue (ma non tanto) sbavature?
Sarebbe stato un buon lavoro, una commedia con tanta retorica si, ma accettabile, se non fossero state certe sbavature non aggiunte per caso, bensì volutamente e cun ben determinato scopo.
Forse a molti attori neanche interessa, io credo alla loro buona fede, alla loro semplicità, alla loro passione per il teatro perché esso è un modo bellissimo di esprimersi; non credo con la stessa onestà a qualcun'altro.
Se prosegue questo confronto dirò pure cosa non mi ha soddisfatto e che si poteva benissimo omettere, ma le elezioni sono prossime e tutto torna utile in determinate circostanze.
A presto, non prima avere suggerito a quell'illustre signore moderazione; ci sono dei farmaci che inibiscono l'eccessiva salivazione, prendili, prima di scrivere.

Anonimo ha detto...

Ah! questo l'avevo dimenticato:
...O forse invece sarebbe utile poichè leggendolo si può capire la doppiezza dell'individuo che, pur avendo provato delle forti emozioni, non vuole lasciarsi andare, non vuole che i sentimenti prendano il sopravvento sulla sua supposta razionalità...

Vedo che hai sfiorato il concetto e che comunque lo chiarisco ancora meglio:
L'essere umano si differenzia da tutto il restante mondo animale appunto per la propria razionalità, la dove questa è carente si scivola inevitabilmente non nel romanticismo che in definitiva sarebbe anche positivo accettarlo a certe condizioni, ma appunto "nell'animalesco", nell'irrazionale dunque.
L'ira ad esempio è conseguente all'odio verso qualcosa, se si lascia libertà al sentimento... questa si può trasformare in violenza incontrollata fino all'omicidio.
Un po forte vero, ma rende l'idea quando non interviene il razionale che media i sentimenti con la ragione.

Anonimo ha detto...

Mi dispiace veramente che un così bel lavoro si tenti di svilirlo con commenti del genere. Non entro volutamente nel merito poichè sono di parte. Invece colgo l'occasione per ringraziare tutti gli spettatori che ci hanno manifestato il loro gradimento con una grande partecipazione. Un particolare abbraccio a tutti gli attori con i quali ho avuto il piacere di trascorrere un periodo veramente esaltante e piacevole e che hanno saputo interpretare molto bene un bellissimo testo.

Anonimo ha detto...

Sembra che Carlo Gasperini si avvicini molto al modo di pensare di Silvio B. che ne dite?

Anonimo ha detto...

Non entri nel merito perché non ci capisci niente, e vuoi sempre comunque metterci il naso.
Vale anche per te, così come a volte per me; a volte sarebbe meglio tacere.

Anonimo ha detto...

Ma che c...zo dici ?

Anonimo ha detto...

Grazie,grazie dal profondo a voi tutti, per come avete accolto l'ultimo lavoro del gruppo.Un ringraziamento va all'amministrazione e in special modo al nostro Sindaco Angelo, per aver sempre facilitato ciò che volevamo realizzare.Grazie al direttore del teatro Luciano a Marga e Vera per la loro precisione quasi maniacale,per i loro consigli e la fattiva collaborazione.Grazie ai ragazzi di Sabinamente per tutto quello che hanno fatto e per aver dimostrato quella sensibilità che ero certo dimorava nei loro giovani cuori .Grazie a tutti gli attori,a quelli navigati e a quelli nuovi,senza di voi quello che scrivo sarebbe carta straccia.Grazie ai collaboratori, grazie ad Antonello, che viste le vicende accadutemi mi ha sostituito in modo egregio,dimostrando che tutti siamo utili ma non indispensabili.Infine vorrei ringraziere tutti quelli senza i quali,quello che uno sente e prova,non avrebbe modo di essere trasmesso...i quasi mille spettatori delle sei repliche.Grazie di essere venuti,di aver partecipato a quella magia "di scambi del sentimento" che il teatro permette.Grazie infine a Carlo e a chi come lui non ha condiviso completamente la commedia, pur apprezzandola.Non avevo altro fine che quello di creare un momento di incontro fra gli attori , fra questi e gli spettatori. Il fine di esternare quello che sentivo, nei confronti di temi esistenziali che ritengo attuali e fondamentali.Questo e basta.Buon Anno a tutti e al prossimo Natale con il Gruppo Teatrale.

Anonimo ha detto...

Bravo Alfredo come sempre superiore!

Anonimo ha detto...

Grazie anche a te di aver capito il vero senso della mia "critica", mai distruttiva e fine a se stessa credimi e colgo l'occasione di augurarti con sincerità un felice anno a te ed ai tuoi familiari.
Carlo

Anonimo ha detto...

come solito quella che doveva essere solo e soltanto una commedia
teatrale gira che ti rigira è diventata una commedia politica dove anche il garzone del manlio
dice la sua non sapendo nulla

Anonimo ha detto...

come sempre bravi tutti mi commuove sempre la finale ma alcune battute potevi evitarle caro alfredo poiche sei in politica per me hai rovinato la commedia sempre con il parcheggio via roma e...basta sei redicolo tolto questo era molto toccante comunqwe bravi auguri

Anonimo ha detto...

Vedo che non sono più il solo ad avere individuato alcune "sbavature" sic..
Hai detto bene anonimo, avesse evitato certi riferimenti a situazioni che nulla avevano in comune con la commedia, aggiungendo anche qualche disattenzione su certe battute dei due "vecchietti" in presenza di due innocenti creature, così come il "dialogo" discutibile tra il bianco ed il nero, il personaggio "er cicogna" non adatto quale scelta per la delicatezza del problema trattato; sarebbe stata davvero completa.

E poi i continui post su questo blog; si da la senzazione sia stata soltanto una iniziativa propagandistica.
Ma forse lo è stata, almeno nei propositi di alcuni.

Anonimo ha detto...

il "dialogo" discutibile tra il bianco ed il nero, il personaggio "er cicogna" non adatto quale scelta per la delicatezza del problema trattato

perchè non provi a rileggere le riflessioni di niccolò su sabinamente?forse riuscirai anche tu a capire il vero senso di tali accostamenti.forse.

Anonimo ha detto...

Voglio evitare di proposito non scendere ulteriormente nei "dettagli", chi è intelligente e sensibile a determinati problemi quali l'infanzia, il razzismo (anche se innacquato da presunta amicizia), sa a cosa possa riferirmi.
Ad esempio, sembra credibile vendere il bambino in grembo ad un personaggio quale "er cicogna"?
da come la si vuole presentare essa è una commedia e questa non può essere presentata come una farza, non sono episodi tali da scherzarci su, anche perché ad assistere alla commedia erano presenti in sala anche bambini, ed il messaggio che arriva loro non credo sia educativo.

Anonimo ha detto...

ho visto la commedia con attenzione e discusso proprio di questo aspetto con una persona altrettanto attenta e precisa. hai parlato di razzismo mascherato da finta amicizia. nella prima parte, quando la famiglia è radunata intorno al tavolo per la cena alberto e gli altri iniziano a parlare di politica. alberto risulta essere "filogovernativo" a differenza degli altri personaggi schierati con la parte opposta.nella parte in cui invece interviene il venditore di colore alberto sembra essere una persona estremamente aperta allo "straniero". questa grande contrapposizione che si manifesta cerca di far capire che la politica spesso è elemento di divisione, di scontro verbale, ma tutto anche gli aspetti più delicati di quest'utima possono essere superati nella vita di tutti i giorni, con un gesto come bere un buon bicchiere di vino con un uomo di un'altra religione e di un altro colore di pelle. l'amicizia così come la felicità nell'apprendere la notizia per la nascita di un figlio, anche se di un proprio amico, in questo caso di colore, sono elementi che vanno oltre la politica oltre lo scontro. questo è quello che ho potuto dedurre. chissà se è quello che altri possono aver interpretato.

Anonimo ha detto...

Ti faccio un esempio per cercare di farmi interpretare in maniera diversa:
Il sottoscritto, di fronte a PERSONE di differente etnia, differente colore della pelle, differente religione, differente cultura, si comporta normalmente, proprio come ora mi sto confrontando con te, e non come, sempre per esempio, ci si comporti come essere il padrone di un gatto, un cane o qualsiasi altro animale.
Di solito si crede, o quantomeno si adotta un comportamento verso questi nostri simili, come appunto fossero inferiori a "noi" e questo lo si denota dai dialoghi, dai comportamenti nei confronti di costoro.
Sarà forse per la mia formazione mentale, quella formazione cioè dove ho insito la concezione di ugualianza, dove rifiuto il costume delle elemosine ma mi son sempre battuto e mi batto per la assunzione dei diritti fondamentali che permettono all'essere umano dignità.
Per tutti.

Anonimo ha detto...

Cazzate. Solo cazzate per non affrontare la discussione come lo ha fatto Gali-Cow. Ma per te ammettere di aver visto male è come pensare di andare sulla luna a piedi.

Anonimo ha detto...

O forse sei talmente preso dalle tue certezze che non riesci a vedere oltre a quelle. Ma già: tu hai sempre ragione.

Anonimo ha detto...

Anche un atteggiamento paternalistico, sufficiente, di insofferenza e cose del genere è lesivo della altrui diversità.
vale per tutti.
Non è indossando una "uniforme", ma sarebbe più opportuno dire "uniformità", che si possa detenere la verità o la giustezza; credendo insomma, che siccome una determinata maggioranza ha una altrettanto determinata opinione essa sia quella giusta.
Il TEATRO dovrebbe avere anche questa funzione, ma appunto il TEATRO, e non il teatro.

PS-
Non per questo non possa attribuire ad Alfredo un oneroso impegno, valutandolo nel complesso positivamente e sono sicuro, quando lui stesso potrà rileggere il suo lavoro magari fra un anno, troverà probabilmente corrette determinate critiche.

Anonimo ha detto...

Che piappa! Che pippa infinita quest'uomo. Nessun cedimento, nessuna incertezza della sua infallibilità. Lui ha sempre ragione e le sue tesi non si discutono mai. Saccenza, indisponenza, leziosità, arroganza, supponenza sono le sole cose che traspaiono dai suoi scritti. Una pippa vera e propria.
Bada Alfredo: vedrai che prima o poi finirai per dargli ragione. Si: forse! Per sfinimento.

Anonimo ha detto...

Grazioso poi. Grazioso anche il suo modo di scrivere il teatro in minuscolo riferito a quello di Alfredo. Ma è vero. Lui fa parte di quelle persone che hanno percorso strade che hanno ridotto Magliano a quello che è. Infatti bisogna artatamente sminuire tutto ciò che riesce e promuovere le cose che non interessano a nessuno. Questo è il metodo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. TEATRO in maiuscolo è solo quello che fa lui. Ripeto: che pippa.

Anonimo ha detto...

La differenza la stai dimostrando, ed anche confermi quanto vado dicendo; la ua "cultura" ti porta ad essere insofferente verso persone che TU ritieni diverse, anche se soltanto trattasi di opinioni.
Non sono riuscito a leggere qualcosa di sensato di tuo sull'oggetto del contendere, soltanto commenti ingiuriosi verso UNA persona; molto probabilmente il concetto che hai di questa, va molto più in la di una semplice quanto certa antipatia; si fosse vissuti all'età della pietra l'avresti già soppressa e purtroppo la tua "cultura" è rimasta ai primordi appunto.
E qui la finisco con te.

Anonimo ha detto...

Ribadiscoil concetto: che pippa costui. Che gran pippone.

Anonimo ha detto...

Concettoooo!
quelli sono i tuoi concetti?
accidente che cima? (*)

(*)cima, da cimarolo,carciofo tipico della campagna di Ladispoli.

Anonimo ha detto...

Inutile non firmarti, rimani una gran pippa.
Pippa: dialetto locale = gran rottura de cojoni.

Anonimo ha detto...

BUONGIORNO PRINCIPESSE!!!!