venerdì 4 aprile 2008

La vicenda di Gianni sul Corriere di Rieti di oggi.

Sulla vicenda di Gianni Giuliani se ne sta parlando sempre di più e ci sono anche degli approfondimenti riguardanti questa triste e complessa storia che lo vede protagonista.
Riportiamo integralmente 2 degli articoli apparsi oggi sul Corriere di Rieti.

Di Beatrice Masci.
MAGLIANO SABINA - Credeva che il padre fosse morto. Oggi lo ritrova in carcere in Moldavia, dove deve scontare una pena di dieci anni per truffa. E’ l’incredibile storia di Matteo, che da tanti anni vive a Roma, e di suo padre, Giovanni (per tutti Gianni) Giuliani. Una storia che don Cesare Lodeserto sta seguendo con impegno e passione da tanti anni, nella speranza che si risolva al più presto, anche perché Gianni ha già avuto tre infarti. “Alcuni giorni fa - racconta don Cesare che da 24 ore è tornato in Moldavia - mi ha telefonato Matteo Giuliani raccontandomi tutta la sua incredibile storia. Credeva che il padre fosse morto, quando, tredici anni fa, aveva iniziato a cercarlo. Da allora vive a Roma. Solo in questi giorni, grazie agli articoli sui gio rnali e forse agli amici che gli sono rimasti a Magliano Sabina, ha appreso tutta la storia e mi ha contattato. Vuole assolutamente venire in Moldavia e mi ha detto di avere già contattato un avvocato. Nei giorni scorsi si sono fatti vivi anche due fratelli di Giovanni Giuliani e, a quanto mi risulta, si sono messi in contatto con le autorità di Magliano Sabina. Questa assurda vicenda potrebbe terminare nel migliore dei modi”. Matteo Giuliani, 25 anni, papà di una bambina di tre, Martina, vive come in un sogno. “Ho appreso l’intera vicenda tramite internet e ho subito contattato don Cesare - racconta -. Di mio padre non avevo più notizie da quando, all’epoca avevo appena dodici anni, i miei genitori si separarono. Una situazione assurda per un bambino. Io volevo vederlo, trovarlo, ma non avevo appigli e non sapevo a chi rivolgermi. Addirittura credevo che mio padre fosse morto”. E invece lo ritrova vivo, ma rinchiuso in un car cere moldavo. “Ho già contattato un avvocato - spiega Matteo che, dopo tutti questi anni di silenzio, non intende perdere un secondo -. Voglio aiutare mio padre e riportarlo al più presto in Italia a conoscere la sua nipotina. Aspetto che don Cesare mi dia l’ok per andare in Moldavia per incontrare papà. Da solo non posso far nulla, per questo non sono ancora partito. Spero sia questione di ore o al massimo di qualche giorno, perché ho tanta voglia di rivederlo”. Matteo non sa che la Farnesina sta seguendo il caso e che addirittura (come riportato un un altro articolo di questa pagina) ha convocato per la settimana prossima una delegazione di maglianesi: “Sono veramente felice, ogni aiuto è ottimo e l’impegno della Farnesina può accelerare i tempi”. Dunque per Gianni Giuliani, nell’attesa e nella speranza di un lieto fine, c’è ora la felicità per un fig lio ritrovato e addirittura per scoprirsi nonno di una bambina di tre anni. Visti i presupposti la situazione potrebbe finire nel migliore dei modi. Migliore dei modi che potrebbe non voler dire scarcerazione ma forse estradizione in Italia. In questo modo Giovanni potrebbe non solo curarsi ma stare comunque vicino al figlio e ai propri familiari. Intanto, il caso dovrebbe arrivare sul tavolo dell’ambasciatore italiano a Bucarest (Romania) già dalla prossima settimana. La comunità maglianese dopo aver appreso la notizia che Giovanni Giuliani è rinchiuso da anni in un carcere di Chisinau, la capitale, si sta mobilitando per aiutarlo. L’uomo, originario di Magliano, ha vissuto nel centro sabino fino agli anni ’80, poi di lui si erano perse le tracce. A dire dove era finito è stato don Cesare Lodeserto, sacerdote della fondazione “Regina Pacis”, che ha già informato della situazione il ministro degli Esteri Massimo D’Alema. Giovanni, 65 anni, è accusato di truffa. Una prima sentenza lo aveva condannato a 15 anni. Sentenza poi annullata dalla Corte di Strasburgo. Perciò è arrivata la condanna a 10 anni ed anche contro quella c’è un ricorso pendente alla Corte Europea. Intanto però Gianni, secondo quanto affermato da don Cesare, è allo stremo. Ha avuto tre infarti e le sue condizioni di salute sarebbero critiche. Per questo è stato chiesto, “al di là delle valutazioni di tipo giuridico”, al governo di fare qualcosa. La strada più percorribile sembra quella di chiedere il trasferimento in un carcere italiano e non tanto la grazia. A Magliano Sabina, intanto, prosegue la raccolta delle firme per l’appello a D’Alema.

Di Paolo Di Basilio.
MAGLIANO SABINA - La prossima settimana una delegazione di maglianesi sarà ricevuta negli uffici del ministero degli Esteri per parlare del caso di Gianni Giulian i, l’uomo originario di Magliano recluso in Moldavia. Un appello a muoversi per chiedere un trattamento più umano per Gianni e, se possibile, l’estradizione. Uno dei tanti tentativi fatti dopo la lettera, inviata la scorsa settimana, da don Cesare Lodeserto al ministro degli Esteri, Massimo D’Alema. Un tentativo che sembra aver fatto centro. Ieri mattina uno degli estensori dell’appello è stato contattato telefonicamente da un funzionario della Farnesina. Dopo averlo messo a conoscenza che da mesi il ministero si sta occupando del caso, si è detto soddisfatto che dalla terra d’origine di Giuliani si sta muovendo qualcosa. La questione è già sul tavolo dell’ambasciatore italiano a Bucarest che è competente anche per la Moldavia. Per il momento, viste le condizioni di salute di Gianni, hanno detto dalla Farnesina è importante aiutare quest’uomo anche facendogli sentire la vicinanza della sua terra. Per il resto il funzionario ha organizzato un incontro con una delegazione di maglianesi per mercoledì alle ore 10: in quella sede i membri del comitato che sta sorgendo per aiutare Gianni verranno messi a conoscenza dello stato delle trattative e delle azioni avviate verso la Moldavia. Per ottenere l’estradizione - che sembra la via più percorribile - bisogna però sciogliere dei nodi che sarebbero legati alle pene accessorie comminate a Giuliani che è accusato di truffa.
Paolo Di Basilio


10 commenti:

Anonimo ha detto...

eccheppalle co questi copia incolla di articoli di giornali!

Anonimo ha detto...

Forse sei talmente abituato a leggerli i giornali che ti annoiano vero?

Anonimo ha detto...

novità dalla farnesina???

Anonimo ha detto...

Propongo scambio di prigionieri "politici". Stop. Noi ci prendiamo Gianni e in Moldova mandiamo l'amico dei moldavi...

Anonimo ha detto...

Sei un verme.
e se non sei anche un vigliacco fammi sapere chi sei.
Con quel gianni scambiatici tu che sei come lui.

Anonimo ha detto...

a a a a ....ci risiamo. "verme", "vigliacco"...parole forti, offese pesanti. sono altre 2000 euro, con le mille precedenti siamo ad un totale di 3000. e ti ho abbonato quella lista infinita di tempo fa eh!

Anonimo ha detto...

Meraviglia il fatto che non ritieni l'essere paragonati ad un truffatore siano parole pesanti e forti, od offese.
Forse anche te...
ed aggiungo che essere chiamati per nome e cognome non siano offese, mentre io si, sono orgoglioso di difendere persone truffate, siano esse moldavi o di qualsiasi altro Paese.

Anonimo ha detto...

quando si parla di "amico dei moldavi" non c'è mica scritto carlo

Anonimo ha detto...

Come ormai si sarà notato, quando si toccano argomenti che personalmente ritengo seri, mi espongo sempre in prima persona, ed in questo caso l'ho fatto.
Però per mia natura riesco anche a "rimuovere" il male che uno mi fa e magari anche perdonarlo nel mio intimo e farmelo amico.
Spero ad esempio che questa persona mi avvicini un giorno e mi dica; guarda carlo, sono io quello che tu hai definito verme.
Sono certo ci chiariremmo e ci faremo una bevuta sopra.

Anonimo ha detto...

Il verme tagliato perdona l'aratro.