lunedì 30 agosto 2010

Canale Mussolini

Un bel libro che ha vinto il Premio Strega.
Un invito a leggerlo e a gustarlo anche perchè, magari indirettamente,  vi si parla un pò anche di Magliano.
L'Assessorato alla cultura sta lavorando alla possibilità di una presentazione con la presenza dell'autore.
L'appuntamento dovrebbe essere tra la fine di Ottobre e l'inizio di Novembre 2010.
Una ghiotta occasione culturale che speriamo si possa realizzare.



“Canale Mussolini”, narra la vita quotidiana, più o meno romanzata, di una famiglia di coloni a suo tempo catapultati da certa Politica del Duce dalle parti di Littoria (Latina), per far fruttare alla Patria la Grande Opera delle Paludi Pontine.
Su tale sfondo storico, Antonio Pennacchi, attraverso un neopostrealismo atipico narra la vita quotidiana di tale famiglia, metafora alla luce del Sole della grandezza e la miseria tragica del fascismo, oggi indissolubili, letteralmente, alla luce di certa storiografia più aggiornata,, fermo restando il quadro generale emerso dall’antifascismo stesso.
Pennacchi, anche nella vita, figlio di socialisti, in gioventù simpatizzante del MSI di Almirante, poi dell’estrema sinistra nel 68, infine anche prossimo alla CGL (e puntualmente espulso), non può non convincere, se non altro biograficamente, operaio sul serio per decenni, non virtuale come certi sindacalisti o paladini del popolo.
Questo “Canale Mussolini”, peraltro, ricorda alcuni archetipi forti del Novecento stesso: persino, specularmente, Novecento di Bertolucci, lo stesso Curzio Malaparte, altro sempre politicamente scorretto della politica e della cultura nazionali.
Non ultimo e neppure tacito, ma in primo piano nel romanzo: benvenuta la fine dell’Ideologia, l’eutanasia necessaria e senza nostalgie di rivoluzioni incompiute e anche degenerate.
Ma l’Anima dei popoli, domanda comunque, anche nell’era fredda, forse, di Internet, orizzonti non solo presentisti ma nuovamente memoria di bisogni e sogni, fondamentale per sopra-vivere, non solo sopravvivere anche in mezzo in mezzo a smog e Politica nana ..al Potere!

Altra recensione:

Antonio Pennacchi torna sul sentiero difficile e stupendo della pacificazione, della battaglia estetica e culturale per la memoria condivisa, del gran romanzo popolare e non populista, consacrando il suo nuovo romanzo, Canale Mussolini (Mondadori, pp. 464, euro 20), alla storia della sua città, Latina, e della terra d'adozione della sua famiglia, l'Agro Pontino. E riesce nell'impresa. Riesce perché in questo libro si riconoscono, naturalmente, passione, onestà e dedizione; riesce perché ha saputo documentarsi con precisione e accuratezza, smentendo pregiudizi e stereotipi di tutte le fazioni; riesce perché sente, confida nella breve prefazione, che questo sia il libro per cui è venuto al mondo. E che ogni altra cosa che ha fatto in vita sua, bello o brutta che fosse, è stata interludio o preparazione a questa.
Canale Mussolini è solo apparentemente una saga famigliare; in realtà, è una ciclopica opera di storia e di memoria di un esodo rimosso dalla cultura italiana; quello dei trentamila agricoltori e operai veneti, friulani e romagnoli che, in una manciata d'anni, vennero trasferiti nell'Agro, destinati a fare l'impresa della bonifica d'una terra tormentata dalla malaria. Le loro erano famiglie proletarie, in cui i figli erano e restavano una ricchezza, perchè servivano a lavorare la terra. Erano famiglie poverissime, abbandonate dall'Italia savoiarda al loro destino: "La politica, i diritti civili, il parlamento, lo Statuto albertino" erano roba per signori; erano roba per chi aveva diritto di voto – nè poveri, nè donne. Erano famiglie predestinate all'emigrazione, come centinaia di migliaia di altre, in quel periodo storico; soltanto, poterono emigrare in Italia. Certo, "Per la fame. Siamo venuti giù per la fame. E perché se no? Se non era per la fame restavamo là. Quello era il paese nostro. Perché dovevamo venire qui? Lì eravamo sempre stati [...]".
Pennacchi sceglie una famiglia su tutte – quella dei Peruzzi – e incrocia con intelligenza i loro destini, sin dagli anni Dieci, con quelli dei socialisti, e dei sindacalisti rivoluzionari. Così, incontriamo i loro leader dell'epoca; incontriamo il giovane Rossoni, uno capace di farsi tre comizi in un giorno, appassionato tribuno della plebe, capace di finire in carcere per l'Idea, e il giovane Mussolini, ancora carismatico e iconoclasta leader d'un socialismo radicale, nemico del capitale e delle guerre dei capitalisti. Incontriamo De Ambris, una manciata d'anni prima dell'impresa fiumana, e Pietro Nenni, romagnolo repubblicano, prima ancora d'essere socialista, una parentesi nelle patrie galere al fianco del futuro duce. Man mano che la nazione scivola nel fascismo, dopo i dolorosi anni della Prima Guerra Mondiale, i Peruzzi sembrano aderire perché hanno fiducia nei loro vecchi amici e leader, Rossoni e Mussolini; sentono di non poter essere traditi, hanno la sensazione che la strada sia giusta. "Fatto sta che nel 1920 i miei zii si erano messi col fascio di Ferrara e andavano tutti i giorni in giro per i paesi della Bonifica Ferrarese con i camioni, i 18BL avanzati dalla guerra. Tra novembre e dicembre li hanno messi a ferro e fuoco tutti. Bruciate le camere del lavoro, sezioni socialiste e leghe. Quegli altri – i rossi – non è che stessero a guardare. Sparavano. Reagivano. Si difendevano. Ma ogni giorno sempre di meno. Lo scontro era militare ormai – guerra civile – tu di qua e io di là".
Questa cieca fiducia del popolo, e della paradigmatica famiglia Peruzzi, nella buona fede e nella generosità dei vecchi socialisti diventati fascisti è la madre del romanzo, e spiega tanto di come vivevano e sentivano le cose i nostri compatrioti, nella prima metà del Novecento. Pennacchi ci racconta, con la dolcezza e la semplicità del cantastorie, quanto naturale e splendido fu il sacrificio degli emigrati settentrionali nell'Agro Pontino per animare quello che sulle prime apparve loro come un "tappeto di biliardo", "neanche più una goccia d'acqua, un filo d'erba"; Pennacchi ci ricorda, senza retorica e senza partigianerie, l'orgoglio della nascita delle città di fondazione; infine, ci accompagna nei giorni atroci e insanguinati della caduta del regime, confidando qualcosa che sui libri non s'è letto, a proposito della lealtà dei pontini. Questo romanzo è scritto per insegnare alle nuove generazioni cos'è stata la sofferenza della povera gente, in Italia, e cosa la grande illusione d'un loro riscatto. Infine, e soprattutto, è stato scritto per eternare la storia di una delle più grandi imprese italiane del Novecento. Quella della creazione della vita là dove altro non era che miseria, e morte. Memorabile.
Il libro è innervato da robusti inserti in un dialetto, quello veneto-pontino, estraneo – chiosa l'autore, nella nota filologica in appendice – sia a Goldoni che al Veneto odierno. Perché "Il nostro è un impasto di rovigotto, ferrarese, trevigiano, friulano eccetera – contaminato da influenze laziali – privo di strutturazione grammaticale fissa, con le vocali ora aperte ora chiuse e le desinenze che cambiano da podere a podere e da situazione a situazione, anche spesso nello stesso parlante" (p. 457). L'impatto nella narrazione è fresco, vivace, scintillante e credibile.
Le pagine più impressionanti sono quelle dedicate allo scenario dell'Agro Pontino, alla sua storia e agli aspetti antropologici e sociali del suo popolo. Entriamo nel vivo, campionando qualche passo. Per prima cosa, Pennacchi ci racconta che la bonifica moderna delle Paludi Pontine non è stata merito esclusivo del fascismo: ci aveva già pensato Filippo Turati assieme a Nitti, nel 1919, dopo la Grande Guerra. Il progetto naufragò trasformandosi in una miniera di corruzione, della serie "piglia i soldi e scappa" (cfr. pp. 48-49). In passato, avevano tentato l'impresa i Romani, "i papi e Leonardo da Vinci, Napoleone, Garibaldi; ma la palude aveva sempre vinto lei".
Le Paludi Pontine erano "un inferno che pochi anni prima arrivava dalle mura di Roma fino a Terracina; oltre settecento chilometri quadrati di pantani, stagni, foreste impenetrabili con serpenti di oltre due metri e stormi di zanzare anofeli che guai a chi ci entrava. Se non finivi nelle sabbia mobili t'attaccavano la malaria le zanzare, ed eri fatto" (p. 139).
Erano, insomma, "un insieme misto di stagni e terre sommerse con terre pure emerse ed estese, ma preda di foreste impenetrabili, forre, rovi, animali e spinaccia. E dentro le foreste e gli spinaceti altri stagni chiamati 'piscine', soprattutto sulla duna quaternaria perché ogni più piccolo avvallamento – costituito nei suoi strati superiori da argilla – una volta riempitosi d'acqua nei mesi invernali restava allagato e stagnante, putrido e marcescente fino a tutta l'estate" (p. 141).
Mussolini, convinto alfiere del ruralismo e della deurbanizzazione, sulle prime era contrario all'edificazione di città, da quelle parti. "Fuori dalle città, via in campagna: è questa la vera mistica fascista", diceva. E il fascio, chiosa Pennacchi, "la gente ce la teneva con la forza".
La gente, da quelle parti, camminava scalza – e così è stato fino all'arrivo del benessere, nel 1960: e scalza veniva sepolta, mantenendo vivo un vecchio rito del basso rovigotto (p. 187). Le cittadine erano piene di osterie, spesso col gioco delle bocce davanti, "e i nostri vecchi stavano sempre ubriachi" (p. 306). Il narratore di Pennacchi sospetta che i venticinquemila osti rimasti senza lavoro nel 1928, in tutta Italia, si siano trasferiti in blocco nell'Agro. È una provocazione intelligente.
L'energia elettrica, ancora nel 1932, mancava: esisteva solo, assieme a telegrafo, telefono e fogne, nei borghi e nelle città. La luce, da quelle parti, si faceva col lume a petrolio o a carburo; per il pozzo c'era una pompa di ferro, fatta a forma di fascio, con le verghe attorno (p. 215).
Ancora una curiosità. Una delle tradizioni portate nel Lazio dai Veneti era quella del "filò"; ci si riuniva, tutti a sera, dopo cena, "ora in un podere ora in un altro a raccontarsi storie, fòle, favole e roba del genere, al lume di candela o di petrolio. D'inverno ci mettevamo in stalla, assieme alle bestie perché faceva più caldo. Lei doveva vedere la gente che si portava da casa la sedia o uno sgabello, per paura di restare in piedi. [...] D'estate invece in strada, seduti sulle spallette dei ponti" (p. 300). A questo rito s'aggiunse quello del ballo sull'aia, importato dai ferraresi.
Da leggere. È buona letteratura, è grande memoria.

martedì 24 agosto 2010

Il tempo pieno ci sarà!

Anche questa volta gli sforzi della nostra Amministrazione sono stati coronati da successo.
Il tempo pieno a Magliano si farà!
La riapertura delle scuole è ormai prossima e la buona notizia per le famiglie è che anche quest'anno ci sarà una prima classe della scuola primaria a tempo pieno.
Tutte le iniziative messe in campo dalla nostra Amministrazione hanno sortito l'effetto sperato: garantire alle famiglie un servizio che dura da più di 35 anni.
Ieri finalmente la notizia che tutti aspettavamo: il tempo pieno non verrà soppresso.
E' un risultato significativo non solo per la nostra Amministrazione, ma per tutte le famiglie che ancora possono contare su un servizio che viene incontro anche alle esigenze lavorative dei genitori.
Come vedete il nostro impegno e il nostro lavoro hanno dato i risultati che i cittadini si attendevano.
Il Sindaco e gli Assessori Berni e Pagliani in questi mesi hanno lavorato assiduamente per cercare di far valere le ragioni dei cittadini di Magliano  presso tutte le Istituzioni e sollecitando a tal proposito i rappresentanti delle Forze Politiche regionali e nazionali.
Ma non solo questo è stato fatto e tante sono state le iniziative messe in campo. 
Ci si è attivati con il Consiglio di Istituto aperto ai genitori, è stato tenuto un Consiglio Comunale straordinario, l'invito ai cittadini a costituire un Comitato che raccogliesse firme, si sono presi contatti con i dirigenti Regionali e Provinciali degli Uffici Scolastici. 
Ricordiamo inoltre che il Comune aveva presentato anche ricorso al TAR contro il provvedimento del Ministero e che lo stesso aveva rimandato la discussione nel merito proprio per i primi giorni di Settembre lasciando chiaramente intendere che il Comune avesse le carte in regola per opporre ricorso.
Ma i risultati sono andati oltre le pur legittime aspettative.
Infatti ci è stata concessa anche la possibilità di passare dalle attuali 4 classi della scuola dell'infanzia a 5 e assegnando a Magliano ulteriori 2 insegnanti.
Il Sindaco ha contattato il rappresentante del Comitato dei genitori che si era da subito costituito, sig. Alberto Francesconi che ha espresso soddisfazione e apprezzamento e si farà carico di diffondre la buona notizia a tutti i genitori interessati.
A loro va anche il nostro ringraziamento per essersi impegnati su un problema importante che interessa tutta la nostra comunità.

Questo l'articolo pubblicato oggi sul Corriere di Rieti.

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C'era una volta un Partito vero.... ora non più!


E’ strano, molto strano.
Ma forse a pensarci bene nemmeno tanto. Ma dobbiamo sforzarci veramente molto, fino al punto di ragionare al contrario come sembra in uso in questi ultimi tempi nel PD locale.
Infatti è molto più facile, nei momenti di difficoltà, far finta di non vedere e spostare l’attenzione su fatti inesistenti solo al fine di nascondere i propri probelemi.
E nel PD di Magliano ce  ne sono tanti e grossi!
Ben due post sul loro blog per sviare l’attenzione, per parlare d’altro, per sorvolare su quello che sta succedendo al loro interno.
Il PD parla di “estate torrida” per la nostra Amministrazione Comunale.
Mai frase è stata più azzeccata anche se usata a sproposito. Ma in questo caso non si può parlare solo di una stagione.  E’ infatti noto che per il PD locale sono ormai tante le stagioni torride. Torride per le sconfitte, torride per la liquefazione della sezione, torride per la mancanza di una vera leadership che  arranca e che si è persa nel cercare (ma pare che lo abbiano trovato) suggeritori in grado di fargli risalire la ripida china nel quale è scivolato il Partito.
Un Partito che non offre più riferimenti di alcun genere e che parla con la voce di personaggi invisi ai Maglianesi e di qualche vecchio arnese ormai in disuso e adatto solo a lavori obsoleti.
Un Partito, che non riesce a trovare alleati e che ha perso consensi, un Partito che non riesce ad attrarre i giovani, un Partito che nell’arco di pochi mesi ha perso esponenti di grido.
Ecco: invece di pensare a questi suoi problemi  il PD cerca ancora una volta di fare gossip inventandosi storie assurde e gettando sul terreno del confronto politico solo illazioni spregevoli e stupide.
Forse anche in questo è servito il consiglio dei soliti suggeritori ai quali i dirigenti del locale PD sembrano fare riferimento costante.
Ma veniamo all’ultimo post comparso oggi sul loro blog e al quale, è certo, domani la solita corrispondente, darà risalto sulla cronaca locale.
Anche questo comportamento è strano e denota il disagio di una dirigenza inesistente forse illusa che qualche riga sul giornale possa restituirgli la credibilità persa.
Ma la credibilità è fatta dai fatti e questi, purtroppo per il PD, parlano chiaro.
Non bastano le supposizioni e le illazioni, non bastano neanche se amplificate dalla stampa.
Insieme per Magliano è una lista civica che ha come unico obiettivo il bene della nostra Città. In questo principio si sono riconosciuti e si riconoscono i suoi componenti e le Forze politiche che la appoggiano. 
Ma forse al PD è propio questo che non va giù!
Questa maggioranza è salda, è coesa e non ha alcun cedimento ne al proprio interno tantomeno  nei Partiti che la hanno sostenuta.
Forse mai Magliano ha conosciuto un’Amministrazione così unita e impegnata nella sua totalità dei componenti.
Noi ci limitiamo ai fatti e i fatti parlano chiaro: è il Partito Democratico di Magliano che nell’arco di pochi mesi ha visto la propria rappresentanza in seno al Consiglio Comunale spaccarsi e costituire 2 Gruppi  Consiliari separati!
Questo è un fatto!
Noi ci limitiamo a questo e ci sentiamo di dare anche un piccolo ed innocuo consiglio a tutti i Maglianesi: se avete voglia di gossip e di notiziole per passare queste calde giornate d’estate, ci sono in edicola tante riviste utili allo scopo. 
Oppure potete optare per la lettura del blog del PD di Magliano!

venerdì 20 agosto 2010

La risposta di Magliano Insieme a Galadini.

Nell'ultimo manifesto fatto affiggere dal Sig. Galadini quale Presidente dell'Associazione Sabina Territorio e Ambiente, si afferma che Magliano è un paese del Terzo Mondo.
Riaffermiamo con forza che da anni, chi si è adoperato concretamente per dipingere negativamente la nostra Città, è proprio l'Associazione del Sig. Galadini che può contare su "ben 3 o 4 iscritti!
Pubblichiamo di seguito il manifesto di Magliano Insieme che verrà affisso in questi giorni con il quale rispondiamo a quanto scritto da Galadini.
Invitiamo tutti i Maglianesi a prendere le distanze da quanti, mascherando le loro vere intenzioni, usano a sproposito la leva "Ambientalistica" per distruggere Magliano.
Questo invece è il manifesto fatto affiggere qualche giorno fa da Galadini per conto della sua pseudo Associazione Ambientalista.
Cliccate sulle immagini per ingrandirle

martedì 17 agosto 2010

Le domande del PD e le risposte del Sindaco.

Pubblichiamo le domande presentate dal PD al Sindaco e alle quali lo stesso ha risposto con dovizia di particolari nella seduta del Consiglio Comunale del 09 Agosto 2010. Da sottolineare che le stesse domande sono state poste dal Sig. Pietro Galadini.
Stranamente sono perfettamente sovrapponibili e il "fato" ha fatto un brutto scherzo al PD locale tanto che ha indotto i cittadini a credere che le stesse siano state elaborate in collaborazione.
Ma forse è anche vera un'altra supposizione.
Quella che vede il PD locale in crisi d'identità.  Forse è per questo che si fa portavoce del "paladino della legalità" che si identifica nel Presidente di molteplici Associazioni composte sempre da 3 o 4 iscritti (sempre gli stessi) che per statuto avrebbero tante cose da fare ma in concreto hanno solo la missione di distruggere e infangare Magliano.
Se avrete la pazienza di leggere bene avrete modo di constatare come quelle domande abbiano il solo fine di far serpeggiare il sospetto.
E sul sospetto che si basano le battaglie di alcuni individui. Sospetto forse avvalorato da un vecchio proverbio locale: "Al gatto malusato, quello che fa je viene pensato!"

Queste le domande del PD:




Queste le risposte del Sindaco:







Cliccateci sopra per leggere meglio


Come potete vedere tutte le domande hanno avuto adeguata risposta e le eventuali illazioni del PD e dei suoi suggeritori sono state rispedite al mittente.

mercoledì 11 agosto 2010

BUON FERRAGOSTO A TUTTI!

Magliano Insieme augura un sereno Ferragosto a tutti.


Assemblea pubblica.

Bella lezione di Democrazia ieri sera in Piazza Garibaldi.
Di Democrazia e di comportamento a quanti, con pregiudizio e disprezzo di ogni forma di confronto civile, hanno rivolto accuse infamanti all'Amministrazione Comunale. 
In una bella Assemblea che  si è tenuta in Piazza Garibaldi, il Sindaco e i Consiglieri di Insieme per Magliano hanno ribattutto punto per punto alle accuse, spiegando con dovizia di particolari quanto è successo. 
Rigettate ai mittenti le menzogne e le illazioni che avevano fatto circolare pensando forse di avere a che fare con gente con il loro stesso basso profilo.
Tutte le risposte date dal Sindaco sono state avvalorate dai documenti che certificano l'estrema correttezza dell'Amministrazione. 
Il Sindaco ha rassicurato tutti i cittadini e ha preso l'impegno a tornare in Piazza in ogni occasione che veda sotto accusa il Comune e i dipendenti dell'Ente. Ha espresso inoltre la ferma volontà di mettere in campo decise azioni di tutela dell'Amministrazione per porre finalmente la parola fine a queste tristi e inqualificabili vicende che vedono ambigui personaggi denigrare ed infamare Magliano gettando discredito e fango sui suoi abitanti e sulle Istituzioni. 
Una decisa posizione quindi, che vedrà l'Amministrazione al fianco dei cittadini e in loro difesa contro chi ha il solo interesse a distruggere la nostra comunità.

martedì 10 agosto 2010

Assemblea Pubblica 10 Agosto 2010.

Dopo la sonora lezione inflitta  nella seduta del Consiglio Comunale al Gruppo di Minoranza Rinnovamento Democratico, nella quale la Maggioranza di Insieme per Magliano ha dimostrato con i fatti l'inesistenza delle strumentali accuse che gli erano state mosse,
l'Amministrazione Comunale invita tutti i cittadini a partecipare  

all'Assemblea Pubblica che si terrà Martedì 10 Agosto 2010 in Piazza Garibaldi alle ore 21,00. 

In quella sede in Sindaco, Alfredo Graziani, risponderà alle accuse che sono state rivolte dal PD locale, dal presidente di Sabina Territorio e Ambiente e al rappresentante dell'UDEUR.
Siete tutti invitati a partecipare. 

Intanto vi anticipiamo il manifesto che sarà affisso in risposta a quello del PD 

 Cliccateci sopra per ingrandire l'immagine

Una piccolissima nota a margine di questa vicenda va fatta. Il Sindaco ieri sera ha reso noto il testo di una lettera giunta in Comune e proveniente dall'Associazione Sabina Territorio e Ambiente e inviata, oltre che al Comune, alla Finanza e alla Forestale (perchè fanno così). Stranamente il testo di quella lettera ricalca fedelmente quella con la quale la Minoranza di Rinnovamento Democratico ha posto le interrogazioni al Sindaco. Anzi le due lettere, a leggerle bene, sembrano proprio uguali e scritte dalla stessa mano. A volte il "fato" ci pone davanti a fatti curiosi! Però... e se non fosse stato il "fato" a fare in modo che le due lettere fossero uguali? E se una delle due fosse stata copiata dall'altra? E ancora, se le due fossero state dettate dalla stessa persona? Ma no, cosa andate a pensare: è solo un caso. O almeno questo hanno detto in Consiglio Comunale i Consiglieri di Rinnovamento Democratico!

venerdì 6 agosto 2010

giovedì 5 agosto 2010

Consiglio Comunale del 09 Agosto 2010

Informiamo tutti i cittadini che è stato convocato il Consiglio Comunale per il giorno 09 Agosto 2010 alle ore 20,30. Sotto potete leggere l'Ordine del Giorno.

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domenica 1 agosto 2010

Ospedale Marzio Marini: prosegue l'impegno dell'Amministrazione Comunale.

Il nostro Ospedale rappresenta una delle priorità della nostra Amministrazione. Dal primo momento del suo insediamento il nostro Sindaco Alfredo Graziani, e il Consigliere Domenico Gatti  hanno lavorato assiduamente per il mantenimento della nostra struttura sanitaria. E' superfluo ricordare in questa sede tutte le iniziative che sono state messe in atto per la sua difesa. L'ultima solo in ordine di tempo è quella relativa alla richiesta di ampliamento della Rete Urbana di Trasposrto Pubblico Locale che possa collegare i paesi limitrofi. Purtroppo il momento contingente è difficile e i tagli che si impongono ci tengono in costante pensiero e per questo le azioni dell'Amministrazione si susseguono a ritmo stringente.
Nonostante le ultime decisioni della Regione abbiano escluso la chiusura del Marini, c'è ancora molta insicurezza e vanno perciò percorse tutte le strade per poter assicurare il futuro del nostro nosocomio.
Giovedì scorso si è tenuta ad Amatrice una importante riunione alla presenza della Presidente delle Regione. Renata Polverini. Vi ha partecipato il nostro Sindaco che ha posto alla Governatrice la domanda precisa sul futuro dell'Ospedale di Magliano. Questa ha pubblicamente risposto che Magliano non verrà toccato e che la Regione non prevede ne adesso ne prevederà in futuro, la chiusura del Marini.
In precedenza Alfredo aveva incontrato il Direttore Sanitario (facente funzioni) Adalberto Festuccia in relazione all'applicazione del Decreto Commissariale che prevede il taglio del 20% delle prestazioni accessorie.
Infine ieri sera il nostro Sindaco ha incontrato il quello di Civita Castellana, Gianluca Angelelli. In un lungo scambio di vedute si è prospettata la possibilità di una complementarietà delle due strutture: quella di Magliano e quella di Civita Castellana.
Il Sindaco Angelelli si è detto interessato all'ipotesi e ha assicurato che si confronterà con i suoi Gruppi Consiliari e che a breve ci farà sapere quale sarà il loro orientamento.
Infine la Commissione Consiliare sta lavorando per ampliare le collaborazioni esterne affinchè si possa giungere in tempi brevi all'elaborazione di una proposta da sottoporre alla Presidente della Regione Lazio.
Come vedete l'impegno della nostra Amministrazione è costante ed intenso. Dobbiamo però tenere conto delle difficoltà che oggettivamente ci sono.
Continueremo a lavorare come abbiamo fatto fino ad oggi con assiduità e serietà facendo ricorso alle competenze di tutti affinchè, senza strumentalizzazioni politiche, si possa mantenere integra la nostra struttura sanitaria e possibilmente migliorarne i servizi resi alla popolazione.