venerdì 5 ottobre 2007

La nuova sezione delle vecchie iniziative di Magliano Insieme.

Abbiamo deciso di dare nuova vita ad alcune iniziative che abbiamo svolto in passato. Crediamo che questo blog possa essere anch'esso un ottimo strumento per veicolare tra la gente quello che succede nel nostro Comune. Ci prefiggiamo così di raggiungere anche persone alle quali in passato sia sfuggito qualche argomento tra i tanti che abbiamo trattato. Abbiamo deciso di cominciare con un documento che abbiamo redatto e che era scaturito dalla necessità di analizzare a fondo quello che era successo all'ex monastero Madonna delle Grazie. Ovviamente la rilevazione si ferma a circa 1 anno e mezzo fa. Purtroppo è molto lungo e vi consigliamo di fare un copia-incolla in un nuovo documento per poi stamparvelo e leggervelo con comodo ma soprattutto di farlo con la dovuta attenzione. Scoprirete cose molto interessanti che magari in tempo addietro vi sono sfuggite. Il documento stato distribuito pubblicamente in occasione di una nostra assemblea a Villa Mariotti.


Ex Convento “Madonna delle Grazie”



Tra i compiti della Minoranza è fondamentale quello di esercitare il controllo del lavoro svolto dalla Maggioranza.
Non si può sorvolare con leggerezza su questa funzione essenziale dell’esercizio democratico, né si può liquidare tale attività con frasi del tipo: “non ci lasciano lavorare”.
Non si può né si dovrebbe farlo visto che questa funzione è la sola che può maggiormente garantire i cittadini.
Anzi, volendo essere precisi, è proprio la Legge a stabilire le regole fondamentali affinché questo avvenga nella maniera più trasparente possibile.
Purtroppo e per tantissimi motivi che ognuno può facilmente intuire, nel nostro Comune ciò non accade.
Ed ecco allora che questo semplice lavoro che dovrebbe garantire la correttezza delle attività amministrative, diventa difficoltoso e, molte volte, addirittura impossibile.
Questo documento costituisce il resoconto del controllo che abbiamo potuto svolgere e che riguarda l’ex Convento Madonna delle Grazie che, come ognuno può facilmente constatare, a distanza di 6 anni dalla sua inaugurazione, continua ad assorbire una mole ingentissima di denaro pubblico.
Questo pozzo senza fine meritava per questo di essere analizzato nel più piccolo dettaglio al fine di fare chiarezza su quanto sta succedendo e che è costato una cifra esorbitante senza giungere a nessun risultato.
Le difficoltà sono state davvero molte ma alla fine, in seguito alla richiesta di atti relativa all’argomento in oggetto, e dalla conseguente analisi della documentazione rilasciata dall’Amministrazione, inquadrata nel contesto giuridico di riferimento, ognuno può facilmente evincere quanto segue:

A - Quadro Normativo

1. Vista la LEGGE QUADRO IN MATERIA DI LAVORI PUBBLICI 11 febbraio 1994 n. 109 (Legge MERLONI) e il REGOLAMENTO D’ATTUAZIONE DELLA LEGGE QUADRO IN MATERIA DI LAVORI PUBBLICI, 21 DICEMBRE 1999 N. 554,
2. Analizzate le linee guida della legge stessa, che tra le altre cose chiarisce il concetto di progettazione, e divide il percorso che va dalla definizione dell’esigenza alla gara di appalto in tre fasi: Progetto preliminare, definitivo ed esecutivo,
3. Considerando che le tre fasi, anche se distinte, rappresentano un tutt’uno, dove ogni fase progettuale è la logica conseguenza di quella che la precede,
4. In considerazione del fatto che la legge, definisce con chiarezza, quali documenti debbano essere allegati a ciascuna fase, e con quale livello di approfondimento, e più in generale:

• Il Progetto Preliminare, definisce le caratteristiche qualitative e funzionali dei lavori, il quadro delle esigenze da soddisfare e la sua fattibilità amministrativa e tecnica, accertata attraverso le indispensabili indagini di prima approssimazione. Si compone tra l’altro di una relazione illustrativa che contiene l’esposizione della fattibilità dell’intervento, attraverso l’esito delle indagini geologiche e geotecniche di prima approssimazione. La relazione dà chiara e precisa nozione di quelle circostanze che non possono risultare dai disegni e che hanno influenza sulla riuscita del progetto.

• Il Progetto Definitivo, individua compiutamente i lavori da realizzare, nel rispetto delle esigenze; esso consiste negli studi e nelle indagini preliminari occorrenti, con riguardo alla natura e alle caratteristiche dell’opera; i rilievi e i sondaggi sono condotti fino ad un livello tale da consentire calcoli preliminari delle strutture e degli impianti e lo sviluppo del computo metrico estimativo.

• Il Progetto Esecutivo, determina in ogni dettaglio i lavori da realizzare, è redatto sulla base degli studi e delle indagini compiuti nelle fasi precedenti e degli eventuali ulteriori studi ed indagini. Si compone tra l’altro di una relazione generale che, secondo il DPR 554/99 (regolamento di attuazione), contiene inoltre la descrizione delle indagini, i rilievi e le ricerche effettuate al fine di ridurre in corso di esecuzione la possibilità di imprevisti.

• Le varianti in corso d’opera possono essere ammesse…..esclusivamente qualora ricorra uno dei seguenti motivi: a)…omissis…, b) per cause impreviste e imprevedibili accertate nei modi stabiliti dal regolamento …
• Il DPR 554/99 (regolamento di attuazione), in relazione alle variazione e addizioni al progetto approvato, al punto 8 chiarisce che …. il responsabile del procedimento, …..motiva circa la sua non prevedibilità al momento della redazione del progetto… .

• Sempre il DPR 554/99 (regolamento di attuazione), all’articolo 47 introduce il concetto di Validazione del Progetto. Prima della approvazione , il responsabile del procedimento procede, in contraddittorio con i progettisti, a verificare la conformità del progetto esecutivo alla normativa vigente ed al documento preliminare alla progettazione. La validazione riguarda tra l’altro …la completezza della documentazione relativa agli intervenuti e accertamenti di fattibilità tecnica, amministrativa ed economica dell’intervento,…… l’esistenza delle indagini geologiche geotecniche….e la congruenza dei risultati di tali indagini con le scelte progettuali.

Sia la legge Merloni, dunque, sia il Regolamento di Attuazione, insistono sulla importanza delle indagini, da effettuare in fase progettuale, al fine di evitare imprevisti in corso d’opera. La relazione tecnica poi, che costituisce documento indispensabile in ciascuna delle tre fasi, deve fornire tutte quelle indicazioni, derivate dalle indagini effettuate per legge, e che non possono essere desunte dagli elaborati grafici.

B – Cronologia dei fatti

• 11.02.03 Ammissione al finanziamento della regione Lazio,
• 11.02.03 Delibera del Consiglio Comunale N° 4 che dispone la locazione a terzi dell’ex Convento per destinarlo ad attività Turistico-Ricettiva,
• 17.04.03 Presentazione del Progetto esecutivo (Elaborati grafici del 14.03.03),
• 23.04.03 Approvazione progetto esecutivo,
• 24.06.03 Approvazione verbale di gara e affidamento lavori alla ditta OLIMPO,
• 27.06.03 Sottoscrizione contratto di appalto,
• 27.06.03 Sottoscrizione verbali di consegna dei lavori,
• 28.07.03 Affidamento locazione ex convento alla società Le Grazie (Determinazione 123/2003),
• 26.09.03 Integrazione alla Determinazione 123/2003,
• 07.11.03 Sottoscrizione contratto di locazione con le seguenti date di consegna: 01.12.2003 Porzione di immobile già inaugurato, - giugno 2004 Porzione di immobile da recuperare,
• 03.12.03 Sospensione dei lavori (per motivi statici), fino al 19.02.2004,
• 23.02.04 Relazione del Direttore dei Lavori Arch. Guidi, finalizzata alla richiesta di una Perizia di variante e suppletiva (Elaborati grafici del 12.02.04),
• 11.03.04 Relazione del Responsabile unico del Procedimento, in merito alla necessità di una perizia di variante e suppletiva con aumento della spesa prevista dal quadro tecnico economico,
• 11.03.04 Deliberazione della Giunta Comunale N° 30 che dispone tra l’altro quanto segue:
1- Approvazione della perizia di variante e suppletiva per lavori di consolidamento pari ad € 164.178,44
2- Approvazione atto di sotto missione della ditta appaltatrice per un maggiore importo di Euro 164.178,44
3- Autorizzazione all’esecuzione dei lavori in variante necessari a consolidare e mettere in sicurezza le volte i setti e le murature portanti,
4- Ripartizione delle maggiori spese per lavori di variante come segue: € 108.773,78 utilizzando il ribasso d’asta ed € 50.078,14 con fondi del Comune.
• 14.06.04 Invio documentazione alla regione Lazio, finalizzata alla richiesta di un ulteriore finanziamento, o in subordine l’autorizzazione all’ utilizzo del ribasso d’asta,
• 16.09.04 Redazione da parte del Direttore dei Lavori degli elaborati di variante per chiudere i rapporti con la ditta OLIMPO, fino alla concorrenza dell’importo contrattuale,
• 11.10.04 Perizia dell’ Arch. Guidi, per l’esecuzione dei lavori previsti nel progetto originario e non ricompresi nella perizia di variante. Lavori da eseguire dalla società Le Grazie (locataria dell’immobile),
• 13.10.04 1° Stato di Avanzamento Lavori del Direttore dei Lavori Arch. Guidi, per la chiusura dei rapporti con la ditta OLIMPO (lavori valutati 358.900,00 €),
• 13.10.04 Sottoscrizione verbale di accordo con la società Le Grazie (locataria dell’immobile) per il completamento dei lavori da parte della società stessa,
• 13.10.04 Acquisizione da parte del comune di Magliano Sabina della documentazione relativa alla Perizia Suppletiva di Variante (Elaborati grafici del 16.09.04),
• 13.10.04 Verbale di deliberazione di Giunta N° 143 (Riepilogo vicende relative all’Ostello: progetto esecutivo, variante, esecuzione lavori di consolidamento, liquidazione della ditta OLIMPO, accordi con la società Le Grazie per l’esecuzione dei lavori da scontare con le quote di affitto).

C - Analisi della documentazione acquisita, e considerazioni

Premessa

La porzione di fabbricato, oggetto di recupero e completamento, consiste nella parte nord del complesso conventuale, costituito da vari organismi edilizi realizzati nel tempo ed aggregati tra loro, alcuni dei quali si sviluppano per tre piani, per un totale di circa 3.150 metri cubi. Si tratta complessivamente di circa 20 ambienti di differente forma e superficie, delimitati da murature portanti, e distribuiti da un corridoio laterale, infatti l’organismo edilizio in argomento si sviluppa intorno alla chiesa, e quindi ha un solo lato libero, verso la valle del Tevere.

Progetto esecutivo

Il progetto esecutivo, approvato il 23 aprile 2003, si compone tra l’altro dei seguenti documenti:

1. Documentazione fotografica, costituita da dodici foto relative all’intero organismo, compresa la parte inaugurata, la parte da recuperare, gli interni, gli esterni, nonché le foto di un affresco risalente al diciassettesimo secolo (Manca la planimetria con l’indicazione dei coni visivi, ossia da quale punto e in quale direzione sono state scattate le foto), così che per gli interni non è possibile stabilire di quale ambiente si tratti, né dalle foto è possibile dedurre lo stato di degrado del fabbricato. Degrado che ha poi determinato la necessità di variante in corso d’opera per 150.000,00 Euro. Pari al 40% dell’importo dei lavori appaltati.
2. Relazione illustrativa, costituita da trentadue righe di descrizione, relative alle scelte progettuali e al fabbricato, sia nella sua realtà attuale sia in quella futura di progetto. (Nella relazione, non si rintraccia alcuna descrizione tecnica del fabbricato oggetto di recupero e completamento, né dal punto di vista costruttivo-compositivo, né dal punto di vista statico strutturale, né tanto meno si fa cenno allo stato di conservazione dell’immobile. In base a quanto previsto dalla normativa vigente, la relazione, deve contenere precise indicazioni relative alle indagini, effettuate al fine di ridurre, in corso di esecuzione, il rischio di imprevisti.
• Tale descrizione, indispensabile trattandosi di un edificio storico da recuperare, risulta totalmente assente sia relativamente ad eventuali indagini e sondaggi preliminari, sia relativamente ad una illustrazione dei luoghi, frutto della semplice osservazione.
• L’unico accenno ad aspetti descrittivi dell’immobile ed al suo stato di conservazione, viene riportato nella sezione “Metodologie di recupero. Linee generali”, in cui vengono descritte le tecniche di recupero relative all’affresco, rinvenuto nel corso dei lavori relativi al primo stralcio. In tale sezione viene riportato il commento del Cardinale Altieri, che in visita al convento Agostiniano lo descrive come “piccolo, con le pareti dissestate che minacciano rovina,” era il 1636).

Considerazioni

Gli imprevisti, di cui non si è tenuto conto in fase di progettazione, sono emersi in fase di esecuzione dei lavori; più esattamente a seguito della rimozione dell’intonaco esistente, circa il 40%, come si legge nei documenti.
Ci si potrebbe chiedere come mai, una tale quantità di intonaco sia stata rimossa; presumibilmente perché era ammalorata, fessurata o instabile, ma in questo caso perché in fase di progettazione non ci si è chiesti se i danni a carico dell’intonaco (che si legge dai documenti essere di circa dieci centimetri), non erano dovuti a danni a carico delle strutture murarie sottostanti?
Se invece l’intonaco non era ammalorato, fessurato o instabile, perché è stato rimosso e in quantità cosi cospicua? Ma, se non altro, tali lavori di spicconatura dell’intonaco, sono serviti a evidenziare la necessità (prima non ravvisata), di intervenire con lavori di consolidamento come risulta dalla richiesta di variante e suppletiva presentata dal Direttore dei Lavori.
Restando sul tema degli intonaci, dall’analisi dei documenti acquisiti, risultano delle incongruenze numeriche, infatti se il citato 40% di intonaco spicconato (circa 1.566 metri quadrati) è riferito al totale, si può dedurre che l’intonaco totale assomma a circa 3.900 metri quadrati, e che quindi il rimanente 60% si aggira intorno ai 2.340 metri quadrati, tra pareti e soffitti. Ebbene su questo intonaco rimanente (che possiamo immaginare come una grossa fetta di groviera), sono stati effettuati 1.300 metri quadrati di rappezzi, lavoro che consiste nella chiusura dei buchi uno ad uno, e che comporta necessariamente grande dispendio di tempo e manodopera, con un costo che si aggira intorno ai trentacinquemila Euro. Sulla parte rimante di intonaco, meno di mille metri quadrati (ossia la fetta di groviera tolti i buchi), è stata asportato, con un procedimento elaborato e costoso circa sedicimila Euro, lo strato di tinta sintetica che lo ricopriva, per 1.720 metri quadrati (quasi il doppio della superficie rimanente).
Naturalmente, siccome si sta parlando di un intonaco che in alcuni punti ha una spessore di circa dieci centimetri, il ripristino comporta un’altra operazione complessa e costosa, la rincocciatura, ossia un lavoro di muratura fatto con pezzame e cocci (da cui il nome), così da portare in piano le superfici da intonacare; questo lavoro di rincocciatura è stato effettuato per una superficie di circa 1.355 metri quadrati, per un importo di circa sedicimila Euro.
Nel complesso, i lavori relativi alla voce intonaco (indagata come voce campione), e le cui superfici si fa fatica a quadrare, hanno comportato un costo di circa 94.500 Euro, costo riconducibile a tutte le sue fasi necessarie: spicconatura, movimentazione all’interno del cantiere, trasporto a pubblica discarica, sverniciatura, rappezzi, rincocciatura, rifacimento dell’intonaco stesso, compreso quello relativo alle pareti dei bagni di nuova realizzazione; come si legge dai documenti. Naturalmente prezzi e costi non sono in discussione, i dubbi riguardano le superfici, i quantitativi e le argomentazioni.

Perizia di Variante

In data 23 febbraio 2004, il Direttore dei Lavori, a seguito di sospensione dei lavori, ha redatto una relazione finalizzata alla richiesta di variante e suppletiva, costituita tra l’altro, dai seguenti documenti:

• Relazione Tecnica: circa quaranta righe di descrizione (Viene descritto lo stato dei luoghi emerso a seguito della spicconatura di una parte dell’intonaco, circa il 40%, e della rimozione dei pavimenti al piano terreno. Si parla di un quadro fessurativo estremamente articolato, “al quale possono essere associate diversificate cause di dissesto, le cui manifestazioni evidenziano la possibilità di fenomeni tuttora in evoluzione”, si parla poi di corpi di fabbrica non ammorsati tra loro, di malte incoerenti, di architravi e piattabande che non assolvono il loro compito. Più in generale si parla di “estese situazioni di degrado dei materiali e di dissesti delle strutture… che…rendono necessari adeguati interventi di consolidamento, per ripristinare le necessarie condizioni di sicurezza della costruzione, in relazione alle condizioni dei carichi, correlati anche alla destinazione d’uso, alle prescrizioni per le zone a rischio sismico”. La relazione si conclude con la necessità di redigere un progetto di consolidamento statico e relativa perizia di variante e suppletiva, precisando che si tratta di interventi imprevisti e imprevedibili al momento della stesura del progetto originale. Ma non viene chiarito per quale motivo tali interventi erano imprevedibili al momento della stesura del progetto esecutivo.

• Documentazione Fotografica: Otto fotografie, anche in questo caso, mancando l’indicazione dei coni visivi, ossia da dove viene fatta la foto e in quale direzione, non è possibile capire quale ambiente interno viene fotografato, né si rilevano corrispondenze con le foto allegate al progetto esecutivo; in altre parole non è possibile stabilire se lo stesso ambiente o lo stesso particolare architettonico è presente in entrambe le documentazioni fotografiche, così da fare un raffronto diretto. Ma soprattutto, dalle fato allegate, non è visibile né il quadro fessurativo e di cedimento strutturale, descritto nella relazione tecnica, né la porzione di intonaco spicconato, il 40%.

Considerazioni

Occorre fare una riflessione sulla notazione tecnica, contenuta nella relazione, e appena citata, ossia: quando si parla delle diversificate cause di dissesto, le cui manifestazioni evidenziano la possibilità di fenomeni tuttora in evoluzione, a cosa ci si riferisce? Il soggetto del discorso è rappresentato sicuramente dalle “diversificate cause di dissesto”, ma di quali cause si parla? Sono state indagate? Si è provveduto a rimuoverle?
Dopo aver speso ieri, quattrocentomila Euro per rifare il trucco, ad un edificio che abbiamo scoperto poi essere lesionato; dopo aver speso oggi centocinquantamila Euro, per consolidare quelle lesioni; sarebbe oltremodo imbarazzante, scoprire domani, di dover intervenire su quelle cause, che hanno determinato e determinano le lesioni. Cause di dissesto, a cui oggi si accenna solo timidamente.
Non basta; con riferimento alla legittima preoccupazione, sopra espressa, di dover intervenire con lavori di consolidamento, per ripristinare le necessarie condizioni di sicurezza della costruzione, in relazione alle condizioni dei carichi, correlati alla nuova destinazione d’uso (turistico-ricettiva), ed alle prescrizioni per le zone a rischio sismico, si può rilevare che sarebbe stato più responsabile, se qualcuno se le fosse fatte venire ieri, in fase di progettazione, queste legittime preoccupazioni. Non è infatti di oggi la consapevolezza che quell’edificio avrebbe mutato destinazione d’uso. E non è di oggi la necessità di attenersi al rispetto delle prescrizioni per le zone a rischio sismico.
A seguito della relazione presentata dal Direttore dei Lavori, il Responsabile del Procedimento ha presentato una relazione, in merito alla necessità di una perizia di variante e suppletiva con aumento della spesa prevista dal quadro tecnico economico.
Nel motivare le cause per cui tali interventi, ora indispensabili, erano imprevisti e imprevedibili all’epoca del progetto esecutivo, si rimanda alle argomentazioni esposte dal direttore dei lavori nella relazione prima citata, che come già detto, non espone alcuna motivazione, ma si limita ad usare le parole contenute nel testo di legge: si tratta di interventi imprevisti e non prevedibili all’epoca della stesura del progetto definitivo.
Tutto questo sebbene il regolamento di attuazione alla legge Merloni, peraltro citato nella documentazione rilasciata dall’Amministrazione, preveda esplicitamente di motivare il perché, i lavori in variante, non erano prevedibili al momento della stesura del progetto esecutivo.
In data 13 ottobre 2004, sono stati acquisiti dal Comune gli elaborati relativi alla perizia di variante e suppletiva, composti tra l’altro da una documentazione fotografica, questa volta più di dettaglio, relativa ai lavori in corso d’opera.
In questo caso si tratta di 116 fotografie che documentano i lavori effettuati nelle varie parti dell’edificio. Anche qui manca l’indicazione dei coni visivi (ossia da dove viene fatta la foto e in quale direzione), quindi non è facile stabilire se qualcuna delle 116 foto, corrisponde a qualcuna delle dodici foto allegate al progetto esecutivo oppure a qualcuna delle otto foto allegate alla relazione del 23 febbraio 2004 per la richiesta di variante.

D - Riepilogo

Alla luce di quanto sin qui esposto si può affermare, che in fase di progetto esecutivo:
1. Non sono state effettuate indagini di alcun tipo,
2. La documentazione fotografica allegata al progetto esecutivo, si compone soltanto di dodici foto dalle quali non si evince né lo stato dei luoghi, né si evidenziano cedimenti strutturali,
3. La relazione tecnica illustrativa, allegata al progetto esecutivo, è ridotta a trentadue righe di commento, totalmente generico, mentre in base a quanto previsto dalla normativa vigente, deve contenere precise indicazioni relative alle indagini effettuate al fine di ridurre, in corso di esecuzione, il rischio di imprevisti.

Mentre nella successiva fase di variante:
1. La Relazione Tecnica, si limita ad elencare i problemi emersi e i lavori imprevisti da effettuare, senza fare il minimo accenno ai motivi per cui tali lavori non erano prevedibili in fase di progettazione,
2. Dalla documentazione fotografica, composta soltanto da otto foto, non si evidenziano né cedimenti murari, né lesioni alle volte di copertura.

La relazione del Responsabile unico del procedimento:
1. Si limita ad acquisire e fare propria la relazione del Direttore dei lavori,
2. Descrive i lavori realizzati e quelli da effettuare a seguito di imprevisti,
3. Non spiega per quale motivo tali imprevisti erano imprevedibili in fase di progettazione.

Quanto sopra, anche se la legge pone tali motivazioni, come condizione necessaria e indispensabile per autorizzare lavori di variante, che comportino aumento della spesa prevista dal quadro tecnico economico. E in questo caso l’aumento di spesa prevista si aggira intorno al 40%.

Se avete avuto la pazienza di leggere questo documento ora forse sapete cose che fin qui non potevate conoscere e di conseguenza avete la possibilità di valutare liberamente quanto è successo finora e quanto ancora stia succedendo.
Riteniamo di aver svolto il nostro lavoro con diligenza e nel rispetto del compito che legge esplicitamente ci assegna.
Vorremmo che ogni cittadino avesse la possibilità di capire e valutare affinché il denaro pubblico venga speso con oculatezza e per fini collettivi e quello che sta succedendo all’ex Convento Madonna delle Grazie non ci sembra essere un caso di questi.





3 commenti:

Anonimo ha detto...

SITO AGGIORNATO APRILETAURUS.BLOGSPOT.COM

Anonimo ha detto...

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