mercoledì 12 agosto 2009

Assemmblea dei Sindaci.

Si è svolta ieri nella sala Consiliare del Comune di Rieti l'Assemblea dei Sindaci indetta da Emili (Sindaco del Comune Capoluogo di Provincia e deputato a farlo) sul piano di riconversione di cui si parla tanto in questi giorni.

La sintesi dell'incontro nei resoconti giornalistici del Corriere di Rieti e de Il Messaggero.

Il “no” dei sindaci ai tagli ospedalieri.

Ieri a Palazzo di Città l’assemblea convocata da Emili sul piano di riconversione. Per la prima volta uniti a difesa della sanità del territorio.

Montagna e pianura, attraverso la cerniera del capoluogo, unite nella difesa del servizio sanitario. L’assemblea dei sindaci, convocata dal sindaco Giuseppe Emili e coordinata dall’assessore Antonio Boncompagni -mette a disposizione della battaglia “la più ampia disponibilità del Comune reatino”- è stata una sorta di Vallo di Adriano, inaggirabile e insormontabile per la difesa di una “sanità per la gente” e nel criticare una visione puramente contabile e ragionieristica del servizio per la salute. La Asl reatina, rappresentata dal direttore generale Gabriele Bellini (presente il responsabile del Dipartimento territoriale, Quirino Ficorilli), è decisamente contraria al documento regionale che, in funzione del piano di rientro, definirebbe la riconversione degli ospedali di Amatrice e Magliano Sabino in una “territorializzazione”: come dire “più territorio e meno ospedale”, ciò al di fuori della loro risposta all’utenza (al “Marini”, secondo il direttore sanitaria della Asl, Carlo Maria Mancini, transitano annualmente dalle 40 alle 60mila persone; al “Grifoni” non meno di 15mila). Bellini, riallacciandosi al documento “approvato nello scorso anno “da tutti” ed oggi del tutto ignorato, parla di “posizione sanitaria molto critica” rivendicando “i diritti del territorio sottostimato per la povertà di trattamento rispetto alle altre province laziali”. Cosa diceva il documento? Magliano Sabina: 50 posti letto per ricovero ordinario più 12 per la riabilitazione post acuzie; Amatrice: 10 posti letto per ricovero ordinario più 30 per la lungodegenza media. Inoltre, circa la struttura di Poggio Mirteto modificata nel suo progetto iniziale, Bellini parla di “60 posti letto per la riabilitazione secondo l’ex articolo 26”. Insomma è da tale documento che bisogna ripartire per dare al Reatino le ragioni sanitarie che gli spettano: “Per la prima volta un’indicazione unitaria circa il territorio da parte dei sindaci i quali ‘fanno sistema’ per difendere i diritti di una provincia finora quasi mai unita”: (l’assessore angioino Federico Ranalli). Sergio Pirozzi (Amatrice) pone la “eccezionalità del locale presidio ospedaliero per le particolari caratteristiche rispetto ad altri Comuni lazali” inoltre “ lareale possibilità di un ricupero della mobilità attiva e quindi attrarre utenza da altre Asl confinanti”. Invece Alfredo Graziani (Magliano Sabina) fa una considerazione sociologica: “Più si alza l’età media e più aumenta il numero degli utenti il che obbliga ad una maggiore risposta quantitativa di prestazioni sanitarie” e circa l’approvazione regionale delle ragioni del Reatino avverte una “moderata fiducia”, auspicando “una unità funzionante dei nostri 3 consiglieri regionali in difesa degli interessi del territorio che li ha eletti” mentre “Bellini può ben rifiutarsi di dare attuazione al piano se non modificato”. A togliere tentazioni per eventuali campanilismi ci pensa Paolo Trancassini (Leonessa) invita a “fare fronte comune per la particolare specificità del territorio del Reatino” e quindi “a dare prova di maturità: noi ci sentiamo vicini alle ragioni di Amatrice e Magliano” e circa la postazione del 118 è per l’uso di dipendenti pubblici nella struttura leonessana (ma il responsabile provinciale del 118, Alfonso Tesoriere, ritiene “più economico l’uso del volontariato: costa meno come dimostra la struttura di Osteria Nuova dove avvengono in media 3 interventi al giorno mentre nel 118 di Leonessa, con 10 dipendenti pubblici, si realizza in media un intervento ogni 3 giorni”). Oreste Pastorelli (Forano) ritiene inaccettabile il decreto governativo del subcommissario alla sanità” e propone un “tavolo ristretto con sindaci, provincia, sindacati, Asl”. Dante D’Angeli (Ascrea) mette in luce una contraddizione di qualità: “Mentre si sostiene di avvicinare il servizio ai cittadini, in realtà si toglie soprattutto nelle zone di montagna”. Antonio Durante (Borbona): “Non possiamo accettare una situazione che si basa soltanto sui numeri. La sanità non è una partita doppia”. La commissione per la stesura di un documento condiviso è composta da Regione, Comune capoluogo, Magliano, Amatrice, i tre consiglieri regionali, Asl, i sindacati Cgil-Cisl-Uil-Ugl

Ajmone Filiberto Milli


Dovrà avanzare in tempi strettissimi le proposte da presentare poi al presidente della Regione, Marrazzo

Ospedali, commissione di salvataggio

La conferenza dei sindaci individua la soluzione per difendere le strutture

di ANDREA BONANNI

Trenta giorni di tempo per salvare la sanità reatina. Sembra un film uscito dalla penna di Ian Flaming per il suo personaggio più celebre, James Bond, invece si tratta dell’ultimatum concesso alla provincia di Rieti dal sub commissario della Regione Lazio Mario Morlacco prima della firma del piano di rientro, prevista per il prossimo 6 settembre. Piano che prevede un totale stravolgimento della funzione dei presidi territoriali di Amatrice e Magliano e tutta una serie di tagli che si ripercuoteranno, a cascata, anche sui distretti sanitari e non ultimo, sul De Lellis.
Per scongiurare un’ecatombe territoriale, che inevitabilmente coinvolgerebbe versanti molto allargati della politica locale e regionale, le istituzioni tutte, seppur con ritardo, cercano di correre ai ripari formulando un atto, il più largamente condiviso dai Comuni del reatino, che possa frenare e possibilmente trasformare, quello che è oggi nella testa del governo centrale per far quadrare i conti nella sanità del Lazio. Ecco allora uscire dalla conferenza dei sindaci, riunitasi nella sala consiliare del Comune di Rieti, l’istituzione di una commissione che in tempi strettissimi metta nero su bianco l’angoscia e le perplessità di intere popolazioni sconvolte da un imminente depauperamento dei servizi sanitari. Commissione composta da Asl, Ares 118, organizzazioni sindacali, i tre consiglieri regionali reatini, Comune di Rieti e i sindaci di Magliano e Amatrice.
«Si vogliono far passare i nostri ospedali come zavorre invece potrebbero trasformarsi in valore aggiunto per la sanità locale, in grado addirittura di attrarre mobilità attiva», sottolineano i sindaci Sergio Pirozzi e Alfredo Graziani, ribadendo la strategicità orografica dei territori in cui sono collocati i presidi. E come quest’ultimi, tutti concordano nel formulare un atto in grado, non solo di esprimere il dissenso di una provincia che nel corso di questi anni ha ricevuto poco o niente (posti letto di Rsa, per acuti e riabilitazione), ma di formulare proposte razionali ma competitive, in grado di ridare dignità e forza a un servizio sanitario locale in forte depressione. Un no secco alla sanità dei numeri, in cui la salute dei cittadini è ridotta a un freddo calcolo algebrico, almeno quella erogata nelle province. Perché a Roma, viceversa, la situazione è ben diversa. Benefici a raffica e pioggia di denaro. Una sanità strabica che non fa il bene di tutti. Nell’atto in preparazione da presentare in Regione sarà contemplato anche questo. Sempre che qualcuno lo prenda in considerazione.


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