domenica 16 agosto 2009

Cisl contro la chiusura dell'Ospedale.

La CISL si schiera contro la chiusura degli Ospedali di Magliano e di Amatrice.
Pubblichiamo questo articolo del "Giornale di Rieti" (on-line) in attesa della riunione di domani 17 Agosto della commissione nominata martedì scorso e che dovrebbe stilare un documento da inviare alla Regione.

Questo il link all'articolo: http://www.ilgiornaledirieti.it/leggi_articolo_f2.asp?id_news=15207

Questo invece è l'articolo:

Sanità, Ust- Cisl: al fianco dei sindaci di Amatrice e Magliano

«La Cisl appoggia la battaglia attuata contro la chiusura degli ospedali Grifoni e Marini» afferma Pescetelli

In attesa di conoscere i termini con cui la Conferenza dei sindaci, riunitasi ieri l’altro presso la sala consiliare del Comune di Rieti per dibattere sulla paventata chiusura degli ospedali Grifoni e Marini, intende coinvolgere le organizzazioni sindacali all’interno della commissione che dovrà redigere un documento unitario da presentare entro il 25 agosto alla Regione Lazio e comunque prima della firma della cosiddetta “bozza Morlacco”, la Ust- Cisl di Rieti torna a ribadire il suo no ad una possibile chiusura degli ospedali territoriali, prendendo posizione a sostegno delle misure messe in campo dai sindaci di Amatrice e Magliano.

«Iniziamo col dire – commenta il segretario generale della Cisl Bruno Pescetelli - che bene hanno fatto il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi e il collega di Magliano Alfredo Graziani ad intervenire con forza sulla vicenda con azioni congiunte e il coinvolgimento della popolazione. La Cisl appoggia la battaglia attuata contro la chiusura degli ospedali Grifoni e Marini e più in generale, sui tagli che è evidente coinvolgeranno anche l’ospedale De Lellis e lo dimostrerà nelle sedi opportune già dai prossimi giorni».

«Non accettiamo infatti che un ospedale come il Grifoni di Amatrice, veramente di montagna (955 m.), con un bacino di utenza che si allarga su 5 Comuni del Lazio (Amatrice, Borbona, Cittareale, Accumuli e Posta), 2 delle Marche (Arquata del Tronto, Acquasanta Terme), 2 dell’Abruzzo (Campotosto e Montereale) e 1 dell’Umbria (Norcia), con un numero di 20 mila abitanti complessivi (in questo senso, secondo gli ultimi parametri l’ospedale dovrebbe avere 45 posti letto) , venga chiuso o peggio riconvertito in qualcosa di cui al momento si conosce poco o niente (Ptp)».

«Inoltre – continua Pescetelli - la Regione non può non considerare l’ospedale di Amatrice come una struttura sanitaria che, proprio per la sua collocazione, d’estate serve una popolazione quadruplicata, con un 20 per cento di mobilità attiva proveniente soprattutto da fuori Regione». «Altro che ospedale da chiudere – fa notare Pescetelli - il Grifoni se fosse potenziato attraverso azioni strategiche e progetti concorrenziali con le altre strutture sanitarie, potrebbe ritagliarsi uno spazio nel sistema assistenziale della provincia aumentando ulteriormente la mobilità attiva».

«E ancora – spiega il segretario generale della Cisl - come si può pensare di chiudere un presidio sanitario che dista 63 chilometri da Rieti con una strada tortuosa che molto spesso, soprattutto durante la stagione invernale, diventa impraticabile e che, è bene ricordarlo, insiste in un’area sismica e che la trasformazione dello stesso in presidio territoriale di prossimità non solo ne affosserebbe l’attività specialistica ma determinerebbe pesantissime conseguenze occupazionali?».

«Domande a cui qualcuno dovrebbe dare risposta – precisa ancora Pescetelli. Stesso dicasi dell’ospedale di Magliano di cui addirittura si paventa un trasferimento a Monterotondo o chissà quale schizofrenica trasformazione. Un presidio, il Marini, anch’esso strategico, territorialmente parlando, che si allunga sulla provincia romana, ma anche su Terni, con una buona percentuale di mobilità attiva».

«La Cisl – conclude Pescetelli - si batterà, anche in sede di Commissione, affinché vengano mantenute le promesse fatte lo scorso anno dal vice presidente della Regione Lazio Esterino Montino. Promesse che non solo prevedevano il mantenimento dei presidi territoriali, ma anche un potenziamento dei posti letto e dell’attività specialistica. La Cisl chiederà inoltre, che nell’atto che verrà stilato dalla commissione appena istituitasi, venga inserita la possibilità di riportare l’indice di posti letto almeno al 3 per cento per 1000 abitanti. Visto che attualmente la nostra provincia si attesta ad un misero 2,46 per cento contro uno standard nazionale del 3,5. Ricollocare l’indice ad un giusto parametro porterebbe gli attuali posti letto per acuti da 391 a 477. Quelli di lungodegenza da 12 a 27, mentre i posti letto di riabilitazione da 12 a 117. Auspichiamo infine che l’Azienda sanitaria locale istituisca un tavolo territoriale concertativo aperto non solo ai sindacati di categoria, ma anche alle Confederazioni, in cui si possano dibattere temi generali di sanità territoriale che attengono i bisogni reali della popolazione e non soltanto quelli, seppur spinosi, relativi alla carenza di organico».


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